Quintetto d’archi del Teatro Regio di Torino, Bottesini: Gran quintetto / Duetto / Capriccio (Chandos)
Giovanni Bottesini è stato per il contrabbasso quello che Niccolò Paganini è stato per il violino. Un virtuoso di incomparabile bravura e un compositore le cui opere hanno allargato immensamente le possibilità tecniche del proprio strumento. Era anche un eccellente direttore d’orchestra (Verdi gli affidò la prima esecuzione dell’Aida) la cui attività lo portò in giro per tutto il mondo, dal Cairo agli Stati Uniti. Questo magnifico disco ci presenta sue composizioni cameristiche che vedono naturalmente protagonista il contrabbasso, ma che non si limitano a un puro gioco di virtuosismi strumentali, bensì ci appaiono come un riuscitissimo esempio di musica da camera che unisce la solidità di costruzione tipica della musica tedesca dell’800 con il lirismo derivato dalla tradizione del melodramma italiano. L’esecuzione del contrabbassista Davide Botto assieme ai valenti musicisti del Teatro Regio di Torino è perfetta e rende l’espressività di questa musica al massimo grado. Consigliatissimo.
Fabrizio Meloni, Vif et rythmique (Deutsche Grammophon)
Uno dei più grandi clarinettisti viventi, Fabrizio Meloni (primo clarinetto del Teatro alla Scala) si riaffaccia al mercato discografico con questo splendido album interamente dedicato al repertorio francese, cominciando in ordine cronologico con la cantabilità sognante della Rapsodia di Claude Debussy, dove Meloni ha modo di mettere subito in mostra la bellezza unica del suo suono, e terminando con il Tema e Variazioni di Jean Françaix dove invece si scatena il virtuosismo tecnico (ma sarebbe meglio definirlo pirotecnico). In mezzo si va da Honegger a Milhaud, da Saint-Saëns a Poulenc. Meloni è assecondato sia nella purezza di tocco sia nell’abilità da virtuoso dall’ottimo pianista Takahiro Yoshikawa. Davvero difficile immaginare esecuzioni migliori di queste.
Mahan Esfahani, Time present and time past (Archiv)
Il compositore Steve Reich dichiara all’interno della copertina di questo cd di essere “impressionato e commosso” dall’esecuzione del suo brano Piano phase che il musicista iraniano Mahan Esfahani esegue sul clavicembalo. In effetti si tratta di un’esecuzione davvero ottima sia sul piano della vivacità ritmica sia sull’attenzione ai dettagli. Tutta la scaletta del disco alterna pagine di musica antica ad altre scritte nel nostro tempo: è presente una magnifica esecuzione del concerto di Górecki realizzata con l’elettrizzante ensemble d’archi Concerto Köln, e il concerto in re minore di Bach, tanto per non sbagliare. Un disco sempre interessante e stimolante, ricco di gioia e leggerezza.
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