Mia figlia di nove anni ha cominciato per sua scelta a studiare violino un paio d’anni fa. Dice che le piace, ma ogni volta che deve esercitarsi a casa è una tragedia: urla, capricci, pianti e poca dedizione. Cosa devo fare? –Andrea
Eravamo all’uscita di un concerto di archi quando un’elegante signora si è avvicinata a giocare con le mie figlie gemelle: “E queste bimbe hanno già scelto il loro strumento?”.
Io ho cominciato a balbettare imbarazzato: avevano cinque anni, di che stava parlando? Poi il mio amico Damien mi ha spiegato che qui in Svizzera va così: a sei anni tutti i bambini scelgono uno strumento. Anche tu da piccolo ne studiavi uno? “Certo”, ha risposto lui orgoglioso. E adesso lo sai suonare? “Ehm… no”. Qui c’è qualcosa che non torna: se tutti i bambini svizzeri studiano uno strumento, perché nessuno dei miei amici svizzeri ne sa suonare uno? Per me la risposta è questa: imparare a suonare non è cosa da tutti.
Non credo che un corso di pianoforte sia solo un’alternativa a un corso di karate o di inglese, perché richiede un impegno continuo, ben oltre un corso settimanale. Se tua figlia fa una tragedia quando si deve esercitare, allora suonare il violino non le piace abbastanza e fossi in te lascerei stare. Intanto le mie figlie hanno compiuto sei anni e non suonano ancora nulla. Hanno scelto di pattinare sul ghiaccio e, anche se io mi congelo sul bordo del campo, loro sembrano divertirsi parecchio.
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