Matteo Renzi potrà piacere o no, ma su un punto ha ragione: l’Italia è l’unico paese al mondo in cui i quotidiani pubblicano ogni giorno decine di interviste ai leader politici. Sui giornali stranieri, invece, sono un genere rarissimo, un evento eccezionale. Basta fare un confronto per averne una conferma. In un giorno qualunque, sui più importanti quotidiani francesi, spagnoli, inglesi, tedeschi e statunitensi non c’è quasi traccia di interviste, mentre sfogliando un quotidiano italiano se ne possono contare fino a quattordici. All’estero, soprattutto negli Stati Uniti e in particolare quando si tratta di grandi intellettuali, la persona intervistata si fa pagare. E non ha tutti i torti, perché chi viene intervistato fa la parte più difficile. Sono sue le idee e le parole. Il giornalista deve solo scegliere le domande e trascrivere le risposte. Tutte le volte che in un giornale italiano esce un’intervista, dovremmo ricordarci che quello stesso spazio potrebbe essere occupato da un articolo in cui le idee del politico di turno sono selezionate, analizzate e messe a confronto con le idee di altri. Dietro a ogni intervista si nascondono spesso un giornalista pigro e un politico a cui viene data troppa importanza.

Internazionale, numero 922, 4 novembre 2011

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