“C’è un aspetto propagandistico in questa guerra, ed è la gara tra chi soffre di più. Ciascuna delle due parti cerca di persuadere il mondo che è la più infelice. Come in ogni campagna propagandistica, l’uso dell’informazione è selettivo, distorto e moralistico. Se vogliamo basare la nostra informazione (o dovremmo chiamarla propaganda?) sull’ipotesi che la comunità internazionale si berrà la dubbia merce che stiamo cercando di venderle – che sia per ignoranza o per ipocrisia – va bene. Ma se vogliamo farci un esame di coscienza, abbiamo il dovere verso noi stessi di ammettere l’amara verità: forse vinceremo questa guerra sul campo militare, forse otterremo qualche vantaggio diplomatico, ma sul piano morale non abbiamo nessun vantaggio, né alcuno status particolare”. Ze’ev Maoz, professore di scienze politiche a Tel Aviv, sul quotidiano israeliano Ha’aretz, il 25 luglio 2006.

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