Come spiega John Lanchester nel suo articolo, i giornalisti di tutto il mondo sono ossessionati da Google. C’è chi pensa che bisognerebbe smettere di definirla un’azienda tecnologica per chiamarla col suo vero nome: un’impresa di comunicazioni, il più grande editore del mondo. Google sta diventando un vero e proprio fornitore di contenuti, per di più autogenerati dagli utenti (geniale): quelle ricerche che vengono risolte con la prima schermata dei risultati (il nome di una persona, l’indirizzo di un negozio eccetera). Google e i suoi fondatori sono così ricchi che i loro limiti non dipendono da quello che possono spendere, ma dalle idee che riescono a concepire. Un progetto così non poteva che nascere in una grande università (Stanford). E non c’è da stupirsi, in un paese dove una singola università (Harvard) gestisce un fondo da 26 miliardi di dollari: come la finanziaria 2006 dell’Italia.

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