La scorsa settimana il Sole 24 Ore ha tirato fuori l’indagine Eurispes del 2004 sul giro d’affari delle quattro principali organizzazioni mafiose (‘ndrangheta, cosa nostra, camorra, sacra corona unita): circa cento miliardi di euro. Naturalmente è difficile fare calcoli su qualcosa di illegale e nascosto, ma è la stessa cifra di cui ha parlato l’anno scorso l’ex procuratore antimafia Pierluigi Vigna. E si riferisce solo ad alcuni settori (droga, appalti pubblici, armi, prostituzione), mentre non include le nuove mafie. Una cifra da capogiro, se si considera che è pari alla metà dell’evasione fiscale italiana e non lontana dal pil di paesi come l’Argentina o Israele. In un’intervista al Corriere della Sera, Andrea Camilleri ha spiegato perché non deve stupire, e neanche fuorviare, la squallida stamberga in cui viveva Bernardo Provenzano: “Cumannari è megghiu ca futtiri”, comandare è meglio di ogni altra cosa.

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