Il sociologo americano Theodor Levitt spiegava (nel 1960) che le ferrovie avevano smesso di crescere non perché i passeggeri fossero diminuiti, o perché avessero trovato altri modi per soddisfare le loro esigenze (auto, aerei, perfino telefoni). No, la colpa era delle ferrovie stesse, che non avevano saputo soddisfare i loro clienti e se li erano lasciati scappare: “Pensavano di essere nel business dei treni, e invece erano in quello dei trasporti”. Oggi i giornali si comportano come le ferrovie: sono convinti di essere nel settore della stampa, e non hanno capito di essere in quello dei mass media. ll futuro del giornalismo è l’argomento di un ciclo di lezioni organizzate da Internazionale con l’Auditorium di Roma. Da David Remnick, direttore del New Yorker, al fotoreporter James Nachtwey, dall’autrice di fumetti Marjane Satrapi all’inviato di guerra Robert Fisk. Grande debutto il 2 dicembre, con la lezione inaugurale di Amira Hass.
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