Aiuto! Al primo turno ho votato Vendola e ora non so per chi votare. –Michela
Bersani e Renzi non sono perfetti. Ma i compromessi, anche nella scelta di un candidato, fanno parte di ogni competizione democratica. Se guardiamo ai programmi dei due, in molte parti sono talmente generici da risultare intercambiabili. È stato il laico Bersani a citare come simbolo papa Giovanni e il cattolico Renzi a indicare Mandela e la blogger tunisina Lina ben Mhenni. Le differenze tra i due sono soprattutto caratteriali.
A molti Renzi sta antipatico, ad alcuni Bersani sembra noioso. Ma non si può votare un candidato in base alla sua simpatia o vivacità. Alla fine la scelta è tra continuità e rottura. Sulla carta, da Bersani ci si può aspettare un governo affidabile, con ministri già sperimentati e parecchia realpolitik. Mentre, sempre sulla carta, da Renzi ci si può aspettare un governo con più strappi, forse qualche errore ma anche meno vincolato ai rituali dell’establishment.
In ogni caso un risultato le primarie l’hanno già raggiunto: portare tre milioni di persone al voto dimostra che in Italia il clima non è genericamente ostile alla politica, ma solo a una certa politica.
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