I numeri di Facebook sono sempre impressionanti. Li tiene d’occhio Vincenzo Cosenza, analista di BlogMeter: in Italia gli utenti sono circa 26 milioni, di cui più della metà accede a Facebook tutti i giorni; le persone che si collegano da telefoni e tablet sono 16 milioni; il 48 per cento degli iscritti ha più di 35 anni.
Facebook è diventato un mezzo di informazione, il vero concorrente di giornali e tv. Le ore passate su Facebook sono sottratte ad altro. È il primo posto dove milioni di persone, non solo in Italia, vanno per informarsi, leggere, discutere, ridere, guardare foto e video. È la porta di ingresso alla rete, quello che fino a qualche anno fa era solo Google.
Da un certo punto di vista Facebook è imbattibile, perché il suo flusso di notizie dal mondo esterno alternate a notizie di amici e parenti è irresistibile. In fondo si tratta della stessa idea dei giornali, che accanto agli esteri hanno la cronaca locale. Con la differenza che Facebook riesce a raccontare la vita di ogni singolo lettore con un grado di dettaglio impensabile per i quotidiani. E con la differenza che sono gli stessi lettori a fornire, gratuitamente, i contenuti. Il che non sarebbe scandaloso, se non fosse che tutto quello che viene regalato a Facebook dagli utenti resta rinchiuso lì, cioè non finisce, se non in minima parte, indicizzato dai motori di ricerca, quindi non torna in circolazione come patrimonio collettivo: è un walled garden, un giardino recintato, tutto l’opposto dello spirito di condivisione su cui dovrebbe fondarsi internet.
È utile ricordarlo ancora una volta: Facebook è un’azienda privata, con sede negli Stati Uniti, quotata in borsa, e ha come unico obiettivo arricchire il più possibile i suoi azionisti.
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