“Sul cambiamento climatico è finita l’epoca dei grandi dibattiti. Abbiamo bisogno di leader femminili dogmatiche e dispotiche, un po’ come Greta Thunberg”. Venerdì scorso il filosofo sloveno Slavoj Žižek era a Roma, e durante un incontro a Libri Come per presentare il suo nuovo saggio, Come un ladro in pieno giorno (Ponte alle Grazie), ha spiegato perché ammira la giovane svedese.
“Quando parliamo di ambiente, noi adulti pratichiamo quella che in psicoanalisi si chiama ‘negazione feticista’. I francesi hanno un’espressione che a me piace molto, ‘je sais bien, mais quand-même’: so che è vero, ma non lo prendo seriamente in considerazione. È così che reagiamo. Sappiamo quello che ci dice la scienza, sappiamo che se non facciamo qualcosa siamo rovinati, ma non siamo del tutto convinti che la cosa vada presa sul serio. Per questo ammiro Greta Thunberg e il suo lato dogmatico. Lei non vuole negoziare, e ci dice: ‘Siete voi adulti che negoziate, che rinviate le decisioni, noi ragazzi invece sappiamo bene qual è la situazione’. Oggi abbiamo bisogno di persone così, leader femminili forti e a loro modo brusche. Quelli al potere vogliono farci sentire personalmente responsabili per il cambiamento climatico. Implicitamente ci dicono: ‘È facile criticare i governi e le grandi multinazionali, ma voi avete fatto il vostro dovere? Avete riciclato tutte le bottiglie di Coca-Cola che avete bevuto? Avete messo la carta nel cassonetto giusto?’. È una strategia perfetta. Ti colpevolizza, ma al tempo stesso ti offre una comoda via d’uscita, una scappatoia. Ti rende facile fare il tuo dovere così poi ti senti a posto e puoi tranquillamente tornare a consumare. Cadendo in questa trappola finiamo per non prendercela con chi è al potere, con le organizzazioni economiche, con le grandi industrie che inquinano. Ecco dov’è oggi l’ideologia: non nei grandi concetti, ma in questi rituali della vita di tutti i giorni”.
Questo articolo è uscito nel numero 1299 di Internazionale. Compra questo numero|Abbonati
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