Non capita spesso che su Internazionale compaia la parola “stronzo” (n. 978, pagina 46). In 978 numeri è capitato 157 volte. In 71 casi era tra virgolette o in una frase attribuita a qualcuno: toglierla avrebbe significato dare un’informazione incompleta. In 40 casi era senza virgolette, ma in testi letterari o d’autore, dagli “stronzi con i soldi” di James Ellroy (n. 674) alla “vera stronza” di Amira Hass (n. 754).

Nel numero 978, invece, la frase “alla fine non ce l’ha fatta più e gli ha dato dello stronzo” è ambigua: il giornalista cita alla lettera o sintetizza a modo suo? La risposta giusta è che cita alla lettera, perché un giornalista della Zeit non userebbe mai “stronzo” se non per riportare le parole di qualcuno, e Internazionale neanche. Infatti nell’originale la parolaccia era tra virgolette: “Arschloch”. Abbiamo sbagliato a toglierle.

Per arrivare a 157, mancano ancora 46 occorrenze. Tre sono nei fumetti, due nelle vignette, sei nelle recensioni. In un articolo sulle parolacce (n.730), invece, ce ne sono solo due. Poi c’è Bella stronza, la canzone di Marco Masini, e “ricca stronza”, in un ritratto. Ma al terzo posto nella classifica delle pagine con più occorrenze ci sono le strisce, che ne hanno 31. Campione incontrastato, con 29 “stronzi”, Mr. Wiggles.

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