Telmo Pievani, La vita inaspettata. Il fascino di un’evoluzione che non ci aveva previsto
Raffaello Cortina, 253 pagine, 21 euro
Lo studio della storia naturale è sfuggito di rado alla tentazione della teleologia, all’idea che questa storia sia il frutto di un percorso teso verso uno scopo: il trionfo di un essere vivente superiore, come l’uomo, oppure, in una versione apparentemente più neutra, l’affermazione di sistemi sempre più complessi. Le ricerche, talvolta recentissime, citate in questo libro fanno capire che le cose non stanno così: non è stato nulla di ineluttabile a far nascere la vita così come la conosciamo; molto più tardi, l’apparizione dell’homo sapiens non è stato il prevedibile effetto della sua superiorità.
Ogni volta la direzione presa dall’evoluzione è stata il frutto dell’interazione tra il mutamento degli esseri dovuto alla loro variazione interna e la capacità di questi esseri di svolgere funzioni in ambienti che a loro volta cambiavano, anche per effetto di periodiche catastrofi capaci di eliminare gran parte delle specie dalla faccia della terra.
La scoperta che la ragione della nostra presenza risiede in questo incontro di circostanze, che il filosofo della scienza Telmo Pievani chiama “contingenza”, comporta conseguenze che non riguardano solamente coloro che si interessano alla paleontologia. Anche per questo il paradigma scientifico che l’ha resa possibile, il darwinismo, è oggi al tempo stesso oggetto di attacchi da più fronti e pensiero ispiratore nei campi più diversi.
Internazionale, numero 931, 13 gennaio 2012
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