Ignacio Ramonet, L’esplosione del giornalismo
Intra Moenia, 153 pagine, 18 euro
Ognuno dovrebbe innanzitutto concentrarsi sulla sua competenza specifica, approfondire quello che sa fare meglio, poi — ma solo in seguito — moltiplicare le connessioni e i link ipertestuali verso tutto il resto. Questo, in sintesi, il consiglio che Ignacio Ramonet dà ai giornalisti che oggi lottano per la sopravvivenza attraversando la peggiore crisi di identità della loro storia. Un meteorite ha colpito il mondo dell’informazione.
Sappiamo tutti che la diffusione di internet e dei social network ha cambiato il modo in cui si accede alle notizie. In questo libro l’ex direttore di Le Monde Diplomatique e fondatore di Attac aggiunge che questo cambiamento ha avuto come effetti, tra l’altro, la precarizzazione del lavoro di giornalista, la concentrazione della proprietà e dunque l’erosione della credibilità dei giornali.
C’è anche qualche buona notizia: è nato un giornalismo senza fini di lucro e, anche se talvolta la cosa genera grandi problemi (come nel caso di Wikileaks), abbiamo accesso a fonti un tempo irraggiungibili. Resta il forte bisogno di interrogarsi su cosa e come pubblicare, per non farsi spazzare via da questo terremoto e per evitare un rischio che sembra oggi minacciare chiunque lavori scrivendo, anche oltre il campo del giornalismo: “Sacrificare l’essenziale del tempo a selezionare e diffondere dell’informazione invece di produrla”.
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