Davide Enia, maggio ‘43
Sellerio, 103 pagine, 12 euro
Il centro di Palermo è ancora pieno di rovine. Chi ci passa se ne stupisce. Chi ci vive, invece, non ci fa più caso. A Davide Enia, attore e ottimo scrittore palermitano, è stato necessario partire e tornare per notarlo. A quel punto, però, ha cominciato una ricerca.
Per capire il bombardamento del 9 maggio 1943 all’origine di quelle macerie ha letto libri, guardato foto e soprattutto chiesto a testimoni, familiari e sconosciuti, cosa stavano facendo in quel giorno che tutti ricordavano. Ne è nato uno spettacolo teatrale (che si può vedere su YouTube) ispirato alla forma del cunto siciliano, ora ridotto a libro.
Il bombardamento è raccontato da un ragazzino dodicenne sfollato in campagna con un mucchio di zii e zie, e tornato in città giusto in tempo per osservare il disastro: un narratore abbastanza innocente da descrivere ciò che vede senza giudicare e abbastanza furbo da sapersi arrangiare.
Come nei graphic novel di Joe Sacco o di Art Spiegelman, la verità delle testimonianze si coglie nei dettagli dei racconti di contorno (la pesca dell’anguilla, la riparazione di una scarpa, le regole della briscola in cinque, il modo di caricare una bicicletta). La lingua zeppa di dialetto – ma resa accessibile anche ai non esperti da un buon apparato di note – funziona molto bene come porta per entrare in un mondo lontano ma al tempo stesso perfettamente comprensibile nelle sue regole.
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