A cura di J. Le Goff e J.-C. Schmitt, Dizionario dell’Occidente medievale

Einaudi, 2 volumi, 50 euro

Oltre a essere un interprete della storia medievale capace di appassionare pubblici vastissimi e un dissodatore di nuovi terreni di ricerca, Le Goff è stato anche autore di sintesi memorabili che hanno trovato spazio anche in semplici voci di enciclopedia. Il solo elenco dei titoli di quelle che scrisse per questo Dizionario (per una volta ben tradotto e curato nella versione italiana) dà un’idea piuttosto precisa dei temi che ha trattato nel corso della sua lunga e fruttuosa carriera: aldilà, centro/periferia, città, lavoro, meraviglioso, re, sogni, tempo.

Chi poi fosse interessato a passare dalla riflessione sul medioevo a quella sul metodo potrebbe recuperare in rete o in biblioteca la voce

documento/monumento che pubblicò nel 1978 per l’Enciclopedia Einaudi. Sono dieci pagine fulminanti in cui Le Goff analizza i rapporti tra le fonti nate perché una memoria fosse trasmessa ai posteri (i monumenti) e quelle nate per altre ragioni (i documenti) e mostra quanto è cambiato il modo di fare la storia: da un’epoca lontana, quando si lavorava quasi solo su testi-monumento (come le cronache), alla nostra, in cui si cerca di leggere come un monumento ogni documento, anche la testimonianza più involontaria, cercando di cogliere, al di là della consapevolezza dei suoi produttori, una visione del mondo in cui venne alla luce.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it