Maria Grazia Ciaccio e Giovanna Cultrera, Terremoto e rischio sismico
Ediesse, 210 pagine, 12 euro

Un vecchio, prezioso, libro di Marcel Roubault, il geologo che aveva fatto il perito giudiziario nel processo per il disastro del Vajont, s’intitolava programmaticamente Le catastrofi naturali sono prevedibili (Einaudi 1973). Per prevederle bisogna però sapere come avvengono, quali sono le loro conseguenze e come si può intervenire per fare in modo che i loro effetti provochino meno danni possibili. Due sismologhe italiane rispondono in maniera chiara e appassionata a queste domande in altrettanti capitoli di questo libro, il sedicesimo della collana di divulgazione Fondamenti, che si sta facendo strada con originalità nel panorama italiano.

Il miglior capitolo del volume è tuttavia un altro, quello dedicato a Roma e ai terremoti: che parte compiendo un itinerario tra i monumenti che hanno subìto sensibili trasformazioni per effetto degli eventi sismici (il Colosseo, la Torre dei Conti, la Colonna traiana) e da lì comincia a spiegare perché certe zone di Roma sono state più colpite di altre, riuscendo a rendere facile una materia complessa.

Con esempi concreti e ricchezza di dati, si spiega come ogni evento sia determinato da cause diverse e sovrapposte, si sfatano preconcetti e si fa così capire che dipende dalle nostre decisioni se il tremare della terra sarà un evento sgradevole ma passeggero oppure una catastrofe.

Questo articolo è stato pubblicato il 19 dicembre 2014 a pagina 92 di Internazionale, con il titolo “Prepararsi al Big One”. Compra questo numero | Abbonati

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