**1. Alexandre Desplat, The heroic weather-conditions of the universe, pt.7

Metronomo arpa violoncelli flauto ukulele eccetera: citando i gloriosi arrangiamenti per orchestra spiegati all’infanzia da Leonard Bernstein, e usati da Wes Anderson all’inizio di Moonrise kingdom, sui titoli di coda il compositore monsieur Desplat (gli ultimi suoi soundtrack: Ruggine e ossa, Argo, Garrone e Kathryn Bigelow) si diverte a spiegare, via voce narrante fanciullina, anche il suo stesso tema per questo film che sa trasmettere lo stato di grazia di un tredicenne che scopre l’amore e la musica.

**2. Sikitikis, La mia piccola rivoluzione

“Devo ritrovare quella sensazione / che mi fa sentire un po’ meno coglione”. E tutto ciò “a partire dalla prima colazione”. Sembra demenziale, ma è una canzonetta pop sul bisogno di progettare in coppia. La band cagliaritana – stanata da Max Casacci, volpe dei Subsonica – è carica di Le belle cose, eclettico album alt.italico (gratis su rockit.it), frutto dell’aspirazione a riconciliare Celentano con i Gorillaz, e di dialoghi sui socialcosi con la fauna hipster che pascola tra l’Ostello Bello di Milano e i sampietrini romani del rione Monti.

3. Nils Frahm, You

Apprezzato pianista berlinese, allievo dell’allievo dell’allievo di Čajkovskij, cade dal letto soppalcato del suo studio e si rompe il pollice malamente. Subisce un intervento, quattro viti nel pollicione. Saltano concerti, programmi. Il dottore gli prescrive riposo lontano dal piano. Lui, invece, allena le nove dita rimanenti e si mette a comporre, tutte le sere prima di dormire (a livello terra, forse, stavolta). Nascono nove miniature malinco-minimali; esercizi di Sehnsucht. L’album s’intitola Screws, e si scarica gratis (danke) su screws.nilsfrahm.com.

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