1. Altre di B, Zoff
Il portierone friulano della Juventus e dell’Italia campione interprete perfetto della solitudine di successo, in un’esecuzione alt-rock un po’ nerdy, da matematici del riff, di una band che si chiama come i risultati non validi per la schedina del totocalcio di una volta. Sport, il loro album, è un tour de force nella scioltezza da gran college rock all’americana, e invece son cresciuti a mortadella e squacquerone. Uno vorrebbe sentirli cantare in italiano, questi cinque bolognesi svegli ed energizzanti, ma loro puntano alle arene internazionali.
2. Flor, Comu cani
Questo bellissimo pezzo sembra come Camilleri assoldato dai Calexico, e forse solo loro potevano dire che un cantante che non può mordere granché se non abbaia una ‘nticchia, che è un poco la storia della loro vita. Vengono da quindici anni di silenzio e neppure Wikipedia (che li chiama ancora Flor de Mal come una volta) sa che fine abbiano fatto, eppure eccoli qua con un album di canzoni delle quali purtroppo solo una è in siciliano; per il resto suonano con una pigrizia autorevole, da veterani della scena: loro sono veri amici dei Rem e voi no.
3. Toseland, Crash landing
Il buon vecchio hard rock middle-of-the-road l’ex duplice campione del mondo di superbike James Toseland, che ha avuto l’accortezza di non schiantarsi in modo irreparabile (ma di farsi solo abbastanza male da dover parcheggiare le ipercompetitive motorette) ed è all’incipit di una vita nuova guitar hero, tutto di riff e senza dérapage nell’originalità (Renegade è l’album d’esordio della band cui ha appioppato il cognome). In Inghilterra apre per i gloriosi Status Quo: ed è giusto così, in attesa di vederlo sfrecciare nelle arene d’Italia a metà maggio.
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