Come se non mancassero i motivi di frizione con la Russia di Vladimir Putin, a Washington ne è emerso uno nuovo, potenzialmente grave. La vicenda si aggiunge all’invasione russa dell’Ucraina (che sta per entrare nel suo terzo anno) e allo shock per la morte in carcere dell’oppositore Aleksej Navalnyj.

Secondo la Casa Bianca, i servizi segreti statunitensi ritengono che la Russia si stia preparando a inviare nello spazio armi antisatellite, che potrebbero essere anche nucleari. La minaccia è presa abbastanza sul serio da aver spinto il segretario di stato Antony Blinken ad affrontare l’argomento nel fine settimana a margine della conferenza di Monaco sulla sicurezza. Rivolgendosi ai ministri degli esteri cinese e indiano, Blinken ha chiesto di affrontare il problema con Mosca.

La faccenda è preoccupante per diversi motivi: innanzitutto perché il dispiegamento di armi nello spazio è vietato dai trattati internazionali sottoscritti dagli Stati Uniti e dall’Unione Sovietica. Gli accordi sul disarmo stanno crollando uno dopo l’altro, ma finora lo spazio era rimasto uno degli ultimi ambiti in cui avevano retto. Chiaramente quando un trattato sul disarmo viene violato non è mai un buon segno.

Per molto tempo lo spazio è stato un ambiente demilitarizzato, ma ormai è uno dei nuovi terreni di conflitto. L’importanza dei satelliti di comunicazione, geolocalizzazione o spionaggio è tale che la guerra moderna non può più farne a meno.

Il pericolo è quello di mettere a rischio il funzionamento delle infrastrutture satellitari. In un romanzo futuristico statunitense, La flotta fantasma, la terza guerra mondiale scoppia proprio nello spazio, con la distruzione della rete di satelliti gps. È proprio quello che temono oggi gli statunitensi davanti al possibile invio di armi antisatellite nello spazio, per di più nucleari.

Il 18 febbraio il New York Times si è chiesto se gli Stati Uniti non stiano vivendo un nuovo “momento Sputnik”, riferendosi al primo satellite inviato nello spazio dall’Urss nel 1957, che sorprese gli statunitensi. Oggi l’espressione “momento Sputnik” indica una pessima sorpresa sul piano strategico e una sfida da raccogliere.

Al momento gli Stati Uniti sono impegnati in un braccio di ferro generale con Putin in Ucraina. La risposta a tutto ciò che fa la Russia, dalla morte di Navalnyj alle minacce spaziali, dovrebbe essere quella di incrementare il sostegno all’Ucraina nella sua guerra esistenziale con la Russia.

Tuttavia, come sappiamo bene, i parlamentari repubblicani fedeli a Donald Trump stanno bloccando gli aiuti a Kiev, mentre l’amministrazione Biden è impotente. In questo senso le notizie sulla minaccia spaziale potrebbero non essere estranee a un tentativo di convincere i repubblicani più “all’antica” a dissociarsi dalla linea del partito.

Nikki Haley, rivale di Trump nella corsa all’investitura repubblicana, si domanda pubblicamente perché l’ex presidente sia così comprensivo con i dittatori. Ma la verità è che il partito di Ronald Reagan è cambiato molto nel corso degli anni, e oggi il potere di Trump sul suo schieramento sembra resistere a tutto, compreso un ipotetico invio di armi nello spazio.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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