Se fosse un film potrebbe intitolarsi La battaglia della Sierra Madre, come un buon western. Ma non è un film, e Sierra Madre è il nome di un vecchio mercantile risalente alla seconda guerra mondiale incagliato su alcuni scogli nel mar Cinese meridionale. Il relitto è finito al centro di un braccio di ferro tra la Cina e le Filippine, un pretesto che ha fatto emergere le tensioni della nuova guerra fredda sinoamericana.
La Sierra Madre si è arenata in un punto chiamato Second Thomas, a trecento chilometri dalla costa filippina e a mille chilometri dall’isola cinese di Hainan. Pechino rivendica la maggior parte del mar Cinese meridionale, facendo riferimento a vecchie mappe in cui compare una linea di demarcazione particolarmente generosa nei confronti delle pretese cinesi.
Poco importa che le Filippine considerino Second Thomas parte del loro territorio e che un tribunale abbia dato ragione a Manila. La Cina è in conflitto con quasi tutti gli stati che si affacciano sul mar Cinese meridionale e intende far valere la legge del più forte. Questo è lo sfondo in cui si svolge la “battaglia della Sierra Madre”.
Immaginate la scena: per affermare i propri diritti, le Filippine hanno inviato una guarnigione sull’unica struttura emersa di Second Thomas, appunto il vecchio mercantile. Sulle rocce, infatti, non c’è nient’altro.
Il problema è che bisogna rifornire i soldati ed effettuare rotazioni del personale sul relitto. Ed è qui che comincia la battaglia. La guardia costiera cinese cerca da mesi di ostacolare le operazioni filippine, prima con cannoni ad acqua e poi in modo più brutale. I soldati cinesi hanno assaltato le imbarcazioni filippine, distruggendo il materiale che si trovava a bordo e ferendo un soldato. Inoltre, una nave della guardia costiera cinese ha speronato un’imbarcazione filippina.
Il governo di Manila è furioso, ma la Cina si comporta come se tutto questo fosse successo nelle sue acque territoriali. Pechino pretende che le Filippine chiedano un permesso di transito ogni volta che vogliono rifornire la Sierra Madre, un modo evidente per affermare il proprio potere. Tutto questo potrebbe rimanere dentro i confini di un conflitto minore se non fosse in atto una guerra fredda.
Come sicuramente avrete immaginato, gli scogli di Second Thomas sono solo una pedina di una partita più ampia tra la Cina e gli Stati Uniti. Washington è alle prese con un inquietante interrogativo: in quale momento gli incidenti intorno alla Sierra Madre diventeranno abbastanza gravi da spingere le Filippine ad attivare il trattato di difesa siglato con gli Stati Uniti, con il conseguente rischio di escalation?
Finora le armi da fuoco non sono ancora state usate. Il 19 giugno i cinesi brandivano machete e bastoni, mentre i filippini avevano l’ordine di non sparare. Un eventuale passaggio alle pallottole potrebbe far precipitare la situazione.
La vicenda è il simbolo di un mondo in cui tutto diventa un pretesto per far salire la tensione, che si tratti della penisola coreana, dove Putin è in visita dal suo nuovo amico Kim Jong-un, o di un vecchio mercantile abbandonato nel mar cinese. Bisognerebbe farci un film.
(Traduzione di Andrea Sparacino)
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