La Colombia, il paese di Gabriel García Márquez, è devastata dalla guerriglia: centinaia di migliaia di civili uccisi o rapiti dall’esercito regolare. Ed è soffocata dalla miseria: trenta milioni di persone su quarantadue sono sotto la soglia di povertà, il 10 per cento dei bambini lavora.
Qui lavora anche Vicky Colbert senza perdere la speranza nella scuola. È una scuola
flipped, ribaltata, anche quella che lei ha costruito, propone e propugna dal 1975 attraverso la fondazione e rete di scuole Escuela nueva “Volvamos a la gente”. Fa parte dell’attività didattica corrente coinvolgere nelle letture gli adulti fuori e intorno alla scuola, chiamarli in classe e studiarne vita e testimonianze, mappare l’ambiente, le sue miserie e le potenzialità.
Gli alunni sono chiamati a riconoscere nelle piccole storie quelle grandi e ciò facendo ad apprendere lettura, lingua e lingue, calcolo, rispetto e interesse per le diversità, a costruire la biblioteca e gli strumenti necessari da lasciare poi ad altri, raccontando in un diario di scrittura collettiva le loro esperienze, l’affiorare di problemi, collaborando tra loro, i più bravi maestri dei meno, ciascuno col suo ritmo, accompagnati dagli insegnanti. La cosa funziona.
Alla rete colombiana si vanno aggregando altre scuole nuove latinoamericane e africane e Vicky è chiamata qua e là nel mondo a spiegare il suo lavoro, i suoi risultati. Il 29 ottobre il Wise (World innovation summit for education) le ha assegnato il premio 2013 per l’innovazione didattica.
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