Il piccolo bue scozzese dalle lunghe corna che con le sue bistecche invade Edimburgo ha dato il nome in codice, kyloe, per proteggerne i primi passi, a FutureLearn, nuova piattaforma di corsi online. Il Guardian ha dedicato ampio spazio all’impresa che vuole essere la risposta britannica a Udacity, la piattaforma statunitense di moocs (massive online open courses). Udacity pare stia virando verso la commercializzazione. Uno dei suoi padri ideatori, Sebastian Thrun, ha dichiarato poco tempo fa: “Noi non stiamo educando la gente nel modo che pensavo. Abbiamo a che fare solo con uno sporco prodotto (a lousy product)”.

L’amministratore delegato di FutureLearn, Simon Nelson, non teme le critiche e in parte vuole tenerne conto. Con il Guardian vanta il successo: in undici mesi i moocs di FutureLearn hanno 450mila studenti di quaranta prestigiose università, di cui dieci d’oltremare e due in Cina. Alle critiche Nelson risponde con l’impegno a seguire i princìpi dichiarati della sua piattaforma: puoi studiare liberamente online materie d’ogni tipo, umanistiche, scientifiche, mediche, tecniche; corsi e test sono stati creati da esperti delle massime università; i corsi sono graduati in modo che tu possa studiare con comodo passo dopo passo. Infine il quarto principio, interattività e

peer education, a cui Nelson tiene molto: puoi cliccare a ogni passo, puoi fare domande e discutere con gli altri che stanno studiando. Proprio come in una classe vera in cui si studi collaborativamente.

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