Germania, Messico, Libano, Repubblica Ceca, Cina. L’anno che cambiò la vita di tutti visto dal resto del mondo. I commenti di Eric Hobsbawm, Antonio Muñoz Molina, Elena Poniatowska
La sconfitta araba nel 1967 trasforma la capitale libanese nel cuore della contestazione al potere e ai vecchi partiti politici. Ma la guerra civile mette fine al fermento culturale
La rivoluzione culturale segnò profondamente la Cina. Ma l’eredità di quell’esperienza non è ancora stata raccolta
Solidarietà, ottimismo, intraprendenza, creatività. Tanti bambini e famiglie allargate. Sono gli ingredienti del successo dell’Islanda. Reportage dal paese più felice del mondo
L’Italia soddisfa quasi il 90 per cento del suo fabbisogno di gas grazie alle importazioni. Leggi
Lo scrittore francese belga George Simenon una volta raccontò al quotidiano svizzero Die Tat di aver avuto diecimila amanti. Il giornalista che lo intervistava trascrisse fedelmente e pubblicò. Naturalmente sarebbe bastato ragionarci un po’ per capire che era impossibile. Avrebbe dovuto fare una nuova conquista al giorno per quasi trent’anni di fila. “Follow up” è una di quelle espressioni inglesi difficilmente traducibili se usate riferendosi al mestiere di giornalista. Per esempio, in un’intervista uno dice di essere andato su Marte: il follow up è quando il giornalista, invece di passare alla domanda successiva, insiste per avere maggiori dettagli e, eventualmente, smascherare una bugia, un’affermazione non vera o un’assurdità. In genere basta saper ascoltare con attenzione le risposte e concentrarsi su ciò che viene detto. Spesso il follow up è la cartina di tornasole del buon giornalismo. Leggi
Il Giappone sta diventando una meta molto popolare anche tra gli sciatori. In particolare Hokkaido, l’isola più a nord Leggi
Mentre le élite francesi giocavano alla rivoluzione, a Praga e a Memphis si moriva per la libertà
Non è facile immaginare quale metro di giudizio deciderà di usare il presidente della giuria del festival di Cannes. Ma qualche previsione si può azzardare
Il sessantotto non fu solo il maggio francese. Il settimanale tedesco Stern ripercorre la rivolta dei giovani tedeschi contro la generazione dei padri
Cumuli di immondizia che bruciano, campi nomadi dati alle fiamme. Il paese è attraversato da un’ondata di xenofobia, che il governo cavalca perché non sembra capace di risolvere i problemi. I commenti della stampa straniera
Gli obiettivi del sessantotto sono stati usurpati da un liberismo edonista e permissivo. Ma il capitalismo ha causato troppi danni per poter durare all’infinito. È il momento giusto per credere di nuovo all’utopia, scrive Slavoj Zizek
È stato un anno indimenticabile, che ha segnato uno spartiacque nel novecento. Anche per chi non lo ha vissuto in prima persona. Parla Eric Hobsbawm
Africani contro africani. Vecchie ostilità e stereotipi hanno scatenato le violenze di questi giorni, dietro cui si nascondono l’incompetenza e la corruzione della classe politica
Le responsabilità della crisi sono soprattutto politiche: il presidente Thabo Mbeki parla di panafricanismo ma non fa niente per ridurre l’enorme povertà del paese
Un fumetto di Arne Bellstorf
I sette colli della capitale, la foresta tropicale e pochi turisti. Tre buoni motivi per visitare l’Uganda, che vuole lasciarsi alle spalle la dittatura e la guerra civile
L’ex imam di Edirne, in Turchia, ha cominciato predicando il distacco e l’ascesi. Oggi guida un impero miliardario, fatto di centinaia di scuole da cui diffonde la sua visione dell’islam
Le foto di Mauro D’Agati
L’anno scorso a Città del Messico è stato inaugurato un memoriale dedicato alla repressione degli studenti nel 1968. Il discorso di Elena Poniatowska
L’Islanda potrebbe essere il primo paese vittima della crisi dei mutui. Il suo sistema bancario è troppo dipendente dai capitali stranieri
Andare in bicicletta. Mangiare meno carne. Abbassare il termostato. A che servono questi piccoli gesti quotidiani di fronte a un evento epocale come il cambiamento climatico? La risposta di Michael Pollan
Nel 1967 un congresso di scrittori fece tremare il regime comunista cecoslovacco. Criticando il controllo sull’informazione e aprendo la stagione delle riforme
Pechino ha reagito al terremoto con rapidità. Ma la catastrofe del Sichuan ha messo in rilievo il vuoto lasciato dalla società civile e la corruzione dei politici
Gran Bretagna, Francia e alcune ong chiedono un intervento militare per portare gli aiuti ai birmani senza il consenso del regime. Torna il mito della guerra umanitaria? Parla David Rieff
Inserisci email e password per entrare nella tua area riservata.
Non hai un account su Internazionale?
Registrati