Il leader dell’opposizione russa è stato ucciso da quattro colpi d’arma da fuoco sparati da qualcuno a bordo un’automobile
Il principale sospettato dell’omicidio dell’oppositore russo Boris Nemtsov, il ceceno Zaur Dadaev, avrebbe confessato il suo coinvolgimento nel reato sotto tortura, sostiene il consiglio per i diritti umani russo.
Secondo Andrei Babuškin, un rappresentante del consiglio che ha incontrato l’accusato in carcere, “ci sono ragioni che portano a credere che Dadaev abbia confessato sotto tortura”. Babuškin ha detto di aver osservato “numerose ferite” sul corpo del sospettato durante la visita. Afp
L’omicidio del leader dell’opposizione russa Boris Nemtsov non è legato alla pista dell’estremismo islamico ceceno, ma potrebbe essere stato organizzato da alcuni funzionari del Cremlino. Lo ha ribadito Ilya Jašin, un compagno di partito del leader dell’opposizione russa assassinato il 27 febbraio a Mosca, contestando ancora una volta la pista seguita finora dagli inquirenti.
Ilya Jašin ha parlato dopo che Zaur Dadaev e Anzor Gubašev, due uomini di origini cecene arrestati nei giorni scorsi in Inguscezia, sono stati accusati di omicidio, dopo l’arresto di altre tre persone. Un sesto sospettato si sarebbe suicidato la notte del 7 marzo nel suo appartamento a Grozny, durante un blitz della polizia. Zaur Dadaev, l’unico tra i fermati ad aver confessato l’omicidio, è stato vicecomandante del battaglione Sever delle forze speciali cecene e nell’ottobre del 2010 è stato decorato con una medaglia al merito dall’attuale presidente russo, Vladimir Putin.
Secondo gli inquirenti, Boris Nemtsov sarebbe stato ucciso da Zaur Dadaev e altri estremisti islamici ceceni perché aveva difeso pubblicamente le vignette su Maometto pubblicate dal settimanale satirico francese Charlie Hebdo. Ma questa ipotesi non convince Jašin e gli altri politici vicini a Boris Nemtsov, che, come detto, ipotizzano il coinvolgimento di alcuni funzionari del Cremlino.
“Le nostre paure peggiori si stanno avverando. L’uomo che ha premuto il grilletto sarà condannato, mentre i mandanti saranno lasciati a piede libero. La teoria sugli estremisti islamici fa comodo al Cremlino e tiene Putin lontano dai riflettori”, ha dichiarato Jašin.
Nei giorni precedenti alla sua morte, Nemtsov stava lavorando a un’inchiesta sulla presenza di soldati dell’esercito russo tra le file dei separatisti filorussi nell’est dell’Ucraina. Reuters, Bbc
Un tribunale russo ha ordinato la custodia cautelare per tre dei cinque sospettati dell’omicidio di Boris Nemtsov. Sono Shagid Gubashev, Ramzan Bakhayev e Tamerlan Eskerkhanov.
Anche Zaur Dadayev, che si è dichiarato colpevole, resta in carcere. La corte non si è pronunciata su Anzor Gubashev, anche lui ufficialmente incriminato per l’omicidio dell’oppositore russo. Dadayev e Gubashev sono i primi due sospettati fermati nella notte di venerdì 6 marzo, mentre gli altri tre sono stati arrestati nelle ore successive. Reuters
Uno dei sospettati arrestati per la morte di Boris Nemtsov avrebbe confessato il suo coinvolgimento nell’omicidio. Afp
Il portavoce del Comitato investigativo russo, Vladimir Markin, ha dichiarato che sono cinque le persone arrestate per l’omicidio dell’oppositore politico Boris Nemtsov. Uno dei sospettati avrebbe prestato servizio nelle forze di polizia schierate in Cecenia, secondo le agenzie russe. Reuters
Nella notte di sabato 7 marzo sono state fermate altre due persone sospettate dell’omicidio dell’oppositore russo Boris Nemtsov, ucciso vicino al Cremlino, a Mosca, il 27 febbraio. Lo ha annunciato in un comunicato televisivo il direttore dei servizi di sicurezza Alexander Bortnikov.
In totale sono quattro i sospettati fermati dalla polizia. Due sono Anzor Gubashev e Zaur Dadayev, originari della regione del nord del Caucaso. La figlia di Nemtsov, Zhanna, ha detto di non essere stata contattata dalle autorità russe e di aver saputo la notizia dalla televisione. Cnn
Due persone sospettate di essere collegate all’assassinio dell’oppositore russo Boris Nemtsov, ucciso vicino al Cremlino, a Mosca, il 27 febbraio, sono state arrestate. La notizia è stata diffusa dalla televisione russa Tv Rossiya-24 che citava il capo dei servizi di sicurezza federali, Alexander Bortnikov. Il presidente della Russia Vladimir Putin è stato informato degli arresti. Reuters
La compagna dell’oppositore russo Boris Nemtsov, ucciso a Mosca il 27 febbraio, ha ricevuto diverse minacce da quando è tornata in Ucraina. Ganna Duritska, unica testimone dell’omicidio, è tornata nel suo paese d’origine, l’Ucraina, qualche giorno dopo la morte di Nemtsov. La donna ha denunciato alla polizia di essere stata minacciata di morte mentre era nella casa dei suoi genitori. La procura ucraina ha deciso di assegnarle una protezione e di aprire un’inchiesta. Afp
Alcune centinaia di persone si sono riunite questa mattina a Mosca, davanti al centro Sakharov, dove è cominciato il funerale dell’oppositore Boris Nemtsov, ucciso il 27 febbraio vicino al Cremlino con quattro colpi di pistola.
Il corpo di Nemtsov sarà esposto al centro Sacharov, museo dedicato ai diritti umani per un ultimo omaggio, prima della sepoltura nel cimitero moscovita di Troekurovskoe, dove si trova anche la tomba della giornalista Anna Politkovskaja.
Ad alcuni politici europei, tra cui il presidente del senato polacco Bogdan Borusewicz, le autorità russe non hanno dato il permesso di entrare nel paese per partecipare al funerale. L’eurodeputata lettone Sandra Kalniete ha detto di essere stata respinta all’aeroporto internazionale di Mosca. Afp, Le Monde
Anna Duritskaya, la compagna dell’oppositore russo Boris Nemtsov, ucciso a Mosca il 27 febbraio, è tornata a Kiev, in Ucraina, dopo essere stata interrogata dalla polizia russa per tre giorni. Infatti Duritskaya è l’unica testimone dell’omicidio avvenuto nel centro di Mosca dopo le 23, mentre i due rincasavano. Il portavoce del ministero degli esteri ucraino Yevgeni Perebiinis ha detto che la donna ha fatto ritorno a Kiev con l’aiuto delle autorità ucraine. Duritskaya, 23 anni, è una modella ucraina e aveva una relazione con Nemtsov da tre anni. Secondo quanto riportato dalla tv russa Tv Rain, Duritskaya è stata trattenuta dalla polizia russa all’interno di un appartamento per tre giorni senza potersi muovere per essere interrogata. The Guardian
Una deputata lettone al parlamento europeo, Sandra Kalniete, diretta in Russia per partecipare al funerale del leader dell’opposizione Boris Nemtsov, ha dichiarato che all’aeroporto di Mosca Šeremetevo le è stato negato l’ingresso nel paese.
“Dopo due ore di attesa mi hanno detto che il mio ingresso in Russia è stato rifiutato secondo il paragrafo 27, punto uno del codice. Ho chiesto a cosa si riferisse il paragrafo e nessuno è stato in grado di rispondere”, ha dichiarato all’Afp l’eurodeputata, che dovrà passare la notte in aeroporto. Il funerale è previsto per domani 3 marzo. Afp
“Ogni volta che le telefono, mia madre mi rimprovera: ‘Quando la smetterai di parlare male di Putin? Guarda che quello ti ammazza!’”, aveva dichiarato recentemente il leader dell’opposizione russa Boris Nemtsov. Leggi
Il politico e oppositore russo Boris Nemtsov aveva rilasciato un’intervista televisiva poche ore prima di essere assassinato venerdì 27 febbraio, con quattro colpi di pistola, a pochi metri dal Cremlino, a Mosca. Leggi
L’inchiesta sull’omicidio dell’oppositore liberale russo Boris Nemtsov è stata affidata al Comitato investigativo della Federazione Russa, ritenuto il braccio armato di Vladimir Putin, più potente anche dei servizi segreti. Leggi
Decine di migliaia di manifestanti, 70mila secondo gli organizzatori e 16mila secondo la polizia, stanno partecipando a un corteo in memoria del politico e oppositore russo Boris Nemtsov, ucciso ieri a Mosca. “Non ho paura”, è uno degli slogan della manifestazione convocata dall’opposizione. “È morto per il futuro della Russia” e “Si è battuto per una Russia libera” si legge su alcuni striscioni in piazza. Afp
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