La ritualizzazione che circonda il giorno della memoria rischia di svilirlo, proprio quando è più urgente riaffermare i valori che lo hanno ispirato. Leggi
Viaggio nello storico cosmopolitismo di Odessa, città dove la Russia si apriva al mondo alla frontiera sud dell’impero, voluta dal principe Potemkin sulla terra dei tatari, fondata dall’ufficiale napoletano Giuseppe de Ribas (qui fu scritto O sole mio e l’italiano fu a lungo lingua semiufficiale), pianificata da un Richelieu e diventata poi il grande porto del mondo ebraico, fucina di idee, commerci e rivoluzioni. Leggi
La giornata della memoria anche quest’anno mi ha colta alla sprovvista, quasi impreparata. Forse perché la memoria non può essere condensata in un giorno, come la shoah che è presente sempre e ovunque, anche dove non dovrebbe, per esempio nelle barzellette, e soprattutto nella retorica politica. Leggi
Il giorno della memoria è finito. Ora sono rimaste solo le repliche di Anita B. su Sky a farne eco. La chiave di Sara è stato sostituito qualche minuto dopo la mezzanotte con una commedia americana. Leggi
Una volta, tra i convogli, ce ne fu uno di bambini – due treni merci pieni. I giovani che selezionavano gli averi di quelli portati alle camere a gas dovettero spogliare i bambini – erano orfani – e poi condurli al “Lazarette”. Lì le SS li fucilarono. Leggi
Il 27 gennaio 1945 l’esercito sovietico liberò i prigionieri del campo di sterminio di Auschwitz, dove i nazisti avevano ucciso più di un milione di persone, in maggioranza ebrei, e poi polacchi, rom e prigionieri di guerra sovietici. Le immagini dell’epoca. Leggi
Non solo giallo ma anche rosso, verde, viola, blu, marrone, nero, rosa: erano i colori dei triangoli che nei lager segnalavano per quale “crimine” si era reclusi. Era un crimine essere ebreo, oppositore politico (anche solo presunto), fuorilegge, testimone di Geova, esule, rom o sinto, emarginato (per esempio malato di mente o prostituta), omosessuale. Leggi
Zdzisława Włodarczyk arrivò ad Auschwitz con la famiglia quando aveva undici anni, in treno, su un carro bestiame. Era l’agosto del 1944. Oggi Zdzisława Włodarczyk è una signora anziana, e recentemente è tornata nel campo di sterminio: nel video ricorda quello che accadde tanti anni prima. Leggi
Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche entrarono nel campo di concentramento di Auschwitz, trovandovi 200mila prigionieri. Ma in cinque anni di attività nel lager erano morte almeno 1,5 milioni di persone. In occasione del giorno della memoria, due fotografi della Reuters hanno ritratto alcuni sopravvissuti, ora anziani. Le foto sono state scattate nel gennaio del 2015, tra Varsavia e Budapest. Leggi
Come ricordare, rappresentare, trasmettere la profondità di quello che è accaduto ora che stanno scomparendo i sopravvissuti, ovvero i testimoni diretti che con le parole e i corpi segnati hanno oltrepassato ogni distanza e ogni rimozione? Leggi
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