L’11 gennaio la corte costituzionale ha dato il via libera a due dei tre referendum proposti dalla Cgil sul jobs act. La consulta ha approvato i quesiti sui voucher e sulla responsabilità delle imprese appaltatrici, mentre ha bocciato quello sul ripristino dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Ecco i due referendum approvati dalla corte costituzionale che a questo punto potrebbero tenersi in primavera. Leggi
L’11 gennaio 2017 la corte costituzionale si esprimerà sulla legittimità dei tre referendum presentati dalla Cgil per abrogare alcune norme contenute nel pacchetto di riforme del lavoro comunemente chiamato jobs act. Uno dei referendum, il più discusso, riguarda l’abolizione dei cosiddetti voucher, ossia la retribuzione del lavoro accessorio attraverso dei buoni. Ecco cosa sono i voucher e come funzionano. Leggi
La Cgil ha presentato tre referendum abrogativi sulla riforma del lavoro chiamata jobs act promossa dal governo di Matteo Renzi e varata con diversi provvedimenti tra il 2014 e il 2015. L’11 gennaio 2017 la corte costituzionale si esprimerà sulla legittimità dei referendum, che, se avessero il via libera della consulta, potrebbero svolgersi nella primavera del 2017. Ecco cosa prevedono i referendum e perché se ne discute in questi giorni. Leggi
Gli sgravi fiscali, la possibilità di licenziare senza giusta causa e la trovata dei voucher, mostrano come non sia stato cambiato semplicemente l’aspetto legislativo, ma sia stato trasformato lo stesso contesto in cui si parla di lavoro. Il lavoro è una semplice prestazione – si può fruirne, poi si può smettere di farlo: la prospettiva di cui si tiene conto non è mai quella del lavoratore, ma quella dell’azienda che si serve di questa prestazione. Leggi
Le aziende potranno controllare a distanza telefonini, tablet e computer in dotazione ai dipendenti senza bisogno di un accordo sindacale o di un’autorizzazione da parte del ministero del lavoro. Lo si legge nella relazione illustrativa di uno dei decreti attuativi del Jobs act, che modifica l’articolo 4 dello statuto dei lavoratori. La relazione è stata trasmessa alla commissione lavoro della camera per un parere, dopo che l’11 giugno il consiglio dei ministri ha dato il primo via libera ai due decreti legislativi del Jobs act.
L’articolo 23 del decreto attuativo in questione introduce novità soprattutto riguardo ai dispositivi come computer, tablet e telefonini e agli strumenti per misurare accessi e presenze, per esempio i badge. Negli altri casi, per installare telecamere e altri strumenti di controllo servono l’accordo sindacale o l’autorizzazione da parte del ministero del lavoro (per le imprese con più unità dislocate in una o più regioni).
L’azienda però dovrà preparare un documento sulle linee di condotta da consegnare ai dipendenti, per spiegare come funzionano i controlli “nel rispetto del codice della privacy”, si legge nella relazione.
Il consiglio dei ministri ha dato il via libera definitivo a due decreti legislativi, in attuazione del Jobs act, sulla “conciliazione dei tempi di vita e di lavoro” e sulla “disciplina organica dei contratti di lavoro e la revisione della normativa in tema di mansioni”.
Il primo decreto prevede interventi a sostegno della maternità, in particolare per quanto riguarda l’utilizzo del congedo parentale facoltativo, che resta di sei mesi: per usufruire di quello retribuito al 30 per cento si allunga il tempo dagli attuali tre a sei anni di età del bambino; per quello non retribuito il tempo passa dagli attuali otto a dodici anni del bambino. Inoltre si riduce da quindici a cinque giorni il periodo di preavviso al datore di lavoro ed è prevista la possibilità di trasformare il congedo parentale in part time al 50 per cento.
Il decreto sul riordino dei contratti conferma la fine delle collaborazioni a progetto, tranne quelle in corso, fino a esaurimento. Dal 1 gennaio 2016 si applicherà la disciplina del lavoro subordinato ai rapporti di collaborazione, che sono “esclusivamente personali”, “continuativi” e che vedono l’organizzazione diretta del tempo e dei luoghi di lavoro. Riguardo alle mansioni, si prevede che nei casi di ristrutturazione o riorganizzazione l’impresa potrà modificare le mansioni del lavoratore anche sul livello di inquadramento inferiore, senza modificare il trattamento economico, fatta eccezione per quello accessorio. Nasce inoltre il contratto di apprendistato scolastico, sul modello di quello tedesco.
Il consiglio dei ministri, inoltre, ha approvato in via preliminare altri quattro decreti, che riguardano il riordino degli ammortizzatori sociali, l’Agenzia per le ispezioni, le politiche attive e la semplificazione di procedure e adempimenti.
Oggi il ministero del lavoro ha diffuso i primi dati sull’andamento dei contratti nel primo mese della riforma del lavoro. È solo l’inizio del dibattito sugli effetti delle nuove norme, su cui il governo Renzi si gioca gran parte della credibilità Leggi
Sono in vigore da oggi i primi due decreti attuativi del Jobs act, pubblicati ieri sulla Gazzetta ufficiale. Da oggi si potrà quindi assumere con il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti. I decreti cambiano l’articolo 18 per quanto riguarda i licenziamenti senza giusta causa.
La pubblicazione dà il via libera anche al riordino della normativa sugli ammortizzatori sociali con l’applicazione del nuovo sussidio di disoccupazione (Naspi) che entrerà in funzione da maggio. La tutela per chi perde il lavoro si estende quest’anno anche ai collaboratori. Il Sole 24 Ore, Ansa
“Oltre all’assicurazione per l’impiego per la prima volta viene introdotto un assegno di disoccupazione di ultima istanza per chi ha esaurito la rete degli ammortizzatori sociali basati sulla propria storia contributiva”. Quattro domande a Tommaso Nannicini, professore di economia politica alla Bocconi di Milano. Leggi
“Teoricamente un lavoratore assoggettato alle nuove norme può essere licenziato per un’assenza ingiustificata di tre minuti. Il lavoratore assunto prima del Jobs act, se fa una assenza ingiustificata di un giorno rischia al massimo una sospensione di dieci giorni”. Quattro domande a Luigi Mariucci, ordinario di diritto del lavoro all’università di Venezia. Leggi
Il Jobs act è una “controriforma” del lavoro secondo Nichi Vendola, leader di Sinistra ecologia libertà (Sel), che in un’intervista al giornale radio Rai ha dichiarato che il Jobs act “conferma i licenziamenti collettivi, non chiarisce quali siano le risorse utili ad alimentare gli ammortizzatori sociali, conferma la sparizione dell’articolo 18”. Secondo Vendola “sparisce il diritto al lavoro e avanza il diritto al licenziamento, restano 45 contratti atipici su 47”. Askanews
È stato pubblicato sul sito del governo il comunicato finale del consiglio dei ministri che si è riunito oggi, a palazzo Chigi, sotto la presidenza del presidente del consiglio Matteo Renzi. Si è dato il via libera ai decreti attuativi del Jobs act.
Il consiglio dei ministri, dopo una riunione durata quattro ore e mezza, ha approvato i decreti attuativi del Jobs act.
Le novità principali riguardano il cosiddetto contratto a tutele crescenti che sarà in vigore dal primo marzo (le limitazioni alle possibilità di reintegro in base alle condizioni del licenziamento), le nuove tipologie contrattuali con l’eliminazione delle collaborazioni a progetto (ovvero la fine dei contratti co.co.pro a partire, probabilmente, dal 2016), il regolamento per i licenziamenti collettivi, le regole per l’apprendistato, i nuovi ammortizzatori sociali (l’indennità di disoccupazione e i nuovi sussidi), la possibilità di demansionare il lavoratore.
Dopo quasi tre ore è terminato il consiglio dei ministri. Il consiglio ha approvato i decreti attuativi del Jobs act sul contratto a tutele crescenti che modifica l’articolo 18 cambiando le norme sui licenziamenti e gli indennizzi per i nuovi assunti.
È stato dato il via libera anche al decreto su Taranto, che prevede il passaggio del gruppo Ilva all’amministrazione straordinaria (secondo le norme della legge Prodi-Marzano per la ristrutturazione industriale delle grandi imprese)
È stato approvato anche il decreto attuativo della delega fiscale sulla certezza del diritto, il provvedimento andrà adesso all’esame delle commissioni parlamentari competenti (il provvedimento si basa su tre assi portanti: abuso del diritto delimitato, riformulazione dei reati tributari e collaborazione fra grandi imprese e fisco). Askanews, La Stampa
L’indennizzo minimo per il licenziamento ingiustificato nelle aziende con più di quindici dipendenti dovrebbe essere tra i tre e i sei mesi. Lo rende noto il sindacato Uil dopo l’incontro con il governo sul Jobs act.
In Italia il numero degli occupati è di 22 milioni e 552mila. I dipendenti a tempo pieno e con contratto indeterminato sono 12 milioni, gli occupati a tempo determinato sono 2 milioni e 419mila, mentre la galassia di tutte le altre forme contrattuali regola i rapporti dei restanti 5 milioni e 466mila lavoratori. I disoccupati sono stati 3 milioni e 10mila, ma il dato che fa più impressione è quello degli inattivi in età lavorativa, che hanno raggiunto i 14 milioni e 322mila. È in questo scenario che è stato approvato in via definitiva dal senato il Jobs act. Leggi
Il senato ha approvato il decreto delega sulla riforma del lavoro chiamato Jobs act presentato per la prima volta l’8 gennaio 2014 da Matteo Renzi e dal ministro del lavoro Giuliano Poletti. Ecco cosa prevede la legge. Leggi
Il senato ha approvato il decreto delega sul lavoro, conosciuto come Jobs act, con 166 voti a favore, 112 voti contrari e un astenuto. Il premier Matteo Renzi ha scritto su Twitter:
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