I rappresentanti degli attori in sciopero e quelli degli studios di Hollywood hanno sospeso l’11 ottobre le trattative, sostenendo che il divario tra le loro posizioni sia troppo ampio. La sospensione delle trattative allontana la possibilità di una rapida ripresa della produzione di film e serie tv.
I dirigenti degli studios e di piattaforme come Disney+ o Netflix erano in trattativa dalla scorsa settimana con i rappresentanti del sindacato Sag-Aftra, che difende gli interessi di 160mila attori, controfigure, ballerini e altri professionisti del piccolo e grande schermo, che sono in sciopero da luglio.
Ma in una dichiarazione rilasciata nella tarda serata dell’11 ottobre, gli studios, rappresentati dall’Associazione dei produttori di cinema e tv (Amptp), hanno annunciato che le trattative sono sospese.
“Il divario tra le posizioni dell’Amptp e quelle del Sag-Aftra è al momento troppo ampio”, hanno affermato gli studios.
L’Amptp ha accusato il sindacato di fare richieste eccessive, tra le altre sulla condivisione dei ricavi derivanti dalla distribuzione dei contenuti sulle piattaforme di streaming, i cosiddetti residual, che “da sola costerebbe più di ottocento milioni di dollari all’anno”.
Per gli studios si tratta di un “onere finanziario insostenibile”. L’Amptp ha inoltre accusato il sindacato Sag-Aftra di aver rifiutato aumenti delle remunerazioni paragonabili a quelli accettati dagli sceneggiatori.
“Ci auguriamo che il Sag-Aftra riconsideri le sue posizioni e torni a negoziare in modo produttivo”, hanno aggiunto gli studios.
Denunciando “un atteggiamento intimidatorio”, il sindacato ha accusato gli studios di “diffondere informazioni fuorvianti” sulle sue richieste.
“Abbiamo anche ridotto le nostre richieste iniziali sui ricavi dello streaming: costerebbe alle aziende meno di 57 centesimi per abbonato all’anno”, ha dichiarato il Sag-Aftra.
Il sindacato degli attori ha dichiarato l’11 ottobre di “aver fatto il possibile per raggiungere un accordo, malgrado la settimana scorsa l’Amptp ci abbia fatto una proposta scioccante, inferiore a quella presentata prima dell’inizio dello sciopero”.
Garanzie sull’intelligenza artificiale
A settembre gli studios e le principali piattaforme dello streaming hanno raggiunto un accordo con il sindacato degli sceneggiatori che ha messo fine a uno sciopero che durava da quasi cinque mesi.
Considerando le similitudini tra le rivendicazioni delle due categorie, c’era un forte ottimismo sulla possibilità di arrivare rapidamente a un accordo anche con gli attori.
Nel frattempo gli sceneggiatori sono tornati al lavoro, ma la maggior parte delle produzioni rimarrà bloccata finché continua lo sciopero degli attori, che sta costando alle aziende del settore milioni di dollari al giorno.
Come gli sceneggiatori, gli attori sono entrati in sciopero per chiedere un aumento delle retribuzioni, considerando anche l’avvento dello streaming, ma anche garanzie contro l’uso dell’intelligenza artificiale.
Le richieste del Sag-Aftra però vanno oltre quelle degli sceneggiatori.
In particolare, gli attori chiedono aumenti maggiori nelle loro retribuzioni e vorrebbero anche una percentuale dei ricavi quando una serie ha successo, invece di un semplice bonus.
Gli attori temono inoltre che l’intelligenza artificiale possa essere usata per ricreare il loro volto e la loro voce, senza il loro consenso e senza ricevere un compenso.
Intanto, alcune produzioni di cinema e tv di piccoli studios di Hollywood sono riprese grazie a deroghe temporanee.