Il 19 ottobre il parlamento europeo ha assegnato il premio Sakharov per la libertà di pensiero a Mahsa Jina Amini e al movimento “Donna, vita, libertà”, che ha subìto una dura repressione in Iran.
“Il brutale assassinio di Mahsa Jina Amini”, avvenuto il 16 settembre 2022, tre giorni dopo l’arresto per non aver indossato correttamente il velo, “ha segnato un punto di svolta”, ha dichiarato la presidente del parlamento europeo Roberta Metsola. “Ha dato il via a un movimento guidato dalle donne che è già nella storia. Lo slogan ‘donna, vita, libertà’ è diventato un grido di battaglia per tutti quelli che difendono l’uguaglianza, la dignità e la libertà in Iran”.
L’annuncio del premio arriva due settimane dopo l’assegnazione del premio Nobel per la pace all’attivista iraniana Narges Mohammadi, “per la sua battaglia contro l’oppressione delle donne in Iran”.
Amini è morta a 22 anni il 16 settembre 2022, mentre era in custodia della polizia morale per aver violato il rigido codice di abbigliamento femminile della Repubblica islamica.
La sua famiglia e i suoi sostenitori sostengono che sia stata uccisa. Le autorità affermano che sia morta in custodia a causa di una patologia imprecisata.
La sua morte ha scatenato proteste di massa in tutto il paese. Ha anche fatto nascere un movimento globale conosciuto come “Donna, vita, libertà”, che chiede la fine dell’imposizione del velo e più democrazia in Iran.
Le forze di sicurezza hanno represso le proteste, uccidendo centinaia di persone. Molte altre sono state messe a morte per aver partecipato a quelli che le autorità definiscono “disordini”.
Pochi giorni fa l’avvocato di Amini, Saleh Nikbakht, è stato condannato a un anno di prigione con l’accusa di “propaganda” dopo che aveva parlato ai mezzi d’informazione del caso Amini.
Le altre due candidature
Molte donne iraniane continuano a sfidare il governo togliendosi il velo in pubblico.
Anche la campagna “Donna, vita, libertà” prosegue in molte città del mondo, con manifestazioni dedicate a Mahsa Jina Amini.
Insieme, il premio Sakharov e il premio Nobel per la pace hanno sottolineato la questione dell’oppressione delle donne in Iran.
L’assegnazione del premio Sakharov ad Amini e al movimento “Donna, vita, libertà” è stata sostenuta dai tre gruppi politici principali del parlamento europeo.
Le altre due candidature in lizza erano quella di due difensori dei diritti umani in Nicaragua (Vilma Núñez de Escorcia e il vescovo Rolando José Álvarez Lagos) e quella di tre donne che si battono per il diritto all’aborto (Justyna Wydrzyńska in Polonia, Morena Herrera nel Salvador e Colleen McNicholas negli Stati Uniti).
L’imprenditore Elon Musk, proposto dal gruppo di estrema destra del parlamento europeo, non è entrato nella rosa dei candidati.
Il premio Sakharov, che prevede un assegno di 50mila euro, sarà consegnato nel corso di una cerimonia al parlamento europeo il 13 dicembre.