Sam Bankman-Fried, ex re delle criptovalute, è stato condannato il 28 marzo a venticinque anni di prigione per una delle più gravi frodi finanziarie nella storia recente degli Stati Uniti.
A novembre era stato riconosciuto colpevole da un tribunale di New York di frode, associazione a delinquere e riciclaggio, al termine di un processo durato cinque settimane. Il procuratore Damian Williams aveva chiesto una pena detentiva compresa tra i quaranta e i cinquant’anni.
Durante l’udienza del 28 marzo il giudice federale Lewis Kaplan ha affermato che Bankman-Fried “ha riconosciuto alcuni errori, ma senza esprimere un sincero rimorso per un crimine terribile”.
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Kaplan ha aggiunto che durante il processo l’imputato ha compiuto almeno tre atti di falsa testimonianza, oltre a cercare di manipolare i testimoni. Questo aveva fatto aumentare la pena massima possibile a 110 anni.
Oltre alla pena detentiva, Sbf, com’è soprannominato, è stato condannato a pagare una multa da undici miliardi di dollari, che potrà essere usata per risarcire le vittime della frode, e dovrà scontare un periodo di libertà vigilata di tre anni dopo il rilascio.
Bankman-Fried, 32 anni, ha reagito annunciando ricorso in appello.
“Chi commette frodi a danno dei propri clienti e investitori va incontro a gravi conseguenze”, ha affermato il 28 marzo in un comunicato il ministro della giustizia Merrick Garland.
Investimenti a rischio
La giuria ha stabilito che Bankman-Fried ha usato in modo illecito i fondi dei clienti della sua azienda per lo scambio di criptovalute Ftx, e l’ha fatto a loro insaputa. L’azienda è poi fallita nel novembre 2022.
Il denaro dei clienti della Ftx era usato in particolare per gli investimenti a rischio della Alameda Research, un’altra azienda di Bankman-Fried. I prestiti dalla Ftx avevano raggiunto la cifra di quattordici miliardi di dollari.
La procura ha presentato milioni di documenti, molti dei quali compromettenti, oltre alle testimonianze di tre ex stretti collaboratori di Bankman-Fried, tra cui la sua ex fidanzata.
Tutti e tre hanno dichiarato di essersi limitati a eseguire gli ordini di Bankman-Fried.