Il campus della Columbia university occupato da manifestanti filopalestinesi, il 25 aprile 2024 a New York. (Leonardo Munoz, Afp)

L’università americana Columbia ha rinviato il termine del 26 aprile, per l’eventuale sgombero del campus, occupato dagli studenti filopalestinesi che protestano da giorni contro la guerra nella Striscia di Gaza.

L’ufficio del presidente dell’università di New York, dove il movimento in sostegno di Gaza è cominciato più di una settimana fa, ha fatto marcia indietro rispetto alla scadenza della mezzanotte ora locale, fissata per lo smantellamento di una tendopoli dove si erano radunati circa duecento studenti filopalestinesi.

“Noi abbiamo le nostre richieste, loro hanno le loro”, ha continuato l’ufficio della presidenza, negando che sia stato richiesto l’intervento della polizia.

“Ci chiamano terroristi, ci chiamano violenti. Ma l’unico strumento che abbiamo è la nostra voce”, ha detto una delle studentesse presenti alla manifestazione filopalestinese.

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Il movimento studentesco americano filopalestinese, che si è diffuso in tutti i campus americani, è nato alla Columbia university di New York. Decine di arresti sono stati effettuati la scorsa settimana, dopo che i funzionari dell’università hanno chiamato la polizia per porre fine a un’occupazione degli studenti, accusati di alimentare l’antisemitismo.

Le manifestazioni filopalestinesi sono proseguite nel campus, il 24 aprile. Alcune delle università più prestigiose del mondo sono interessate da questo movimento di studenti americani, tra cui Harvard, Yale e Princeton.

Più di duecento manifestanti sono stati arrestati il 24 e il 25 aprile nelle università di Los Angeles, Boston e Austin, Texas, dove circa duemila persone si sono riunite nuovamente il 25 aprile.

Si ripetono le proteste in tutto il paese: gli studenti montano tende nei loro campus per denunciare il sostegno militare degli Stati Uniti a Israele e il disastro umanitario nella Striscia di Gaza.