Il 16 maggio l’amministrazione Biden ha avviato una procedura per classificare la cannabis come droga meno pericolosa, una svolta attesa dai consumatori e dall’industria.
Il dipartimento della giustizia ha proposto di rimuovere la cannabis dalla categoria 1, che comprende le droghe considerate a livello federale ad alto rischio di creare dipendenze e non utilizzabili per scopi medici.
La categoria 1 comprende anche l’eroina, l’lsd e l’ecstasy.
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L’obiettivo è inserire la cannabis nella categoria 3, che comprende le sostanze a moderato e basso rischio di creare dipendenze. Nella categoria ci sono alcuni farmaci a base di codeina.
La proposta sarà ora sottoposta alla Drug enforcement administration (Dea), l’agenzia federale antidroga degli Stati Uniti.
L’uso ricreativo e medico della cannabis è legale in ventiquattro dei cinquanta stati del paese. In altri stati l’uso è invece ammesso solo per scopi medici.
Tuttavia, venditori e consumatori possono ancora essere perseguiti a livello federale.
Nel 1970, su richiesta del presidente Richard Nixon, che aveva proclamato una “guerra alla droga”, il congresso approvò la classificazione della cannabis tra le droghe che creano maggiore dipendenza.
Questa misura ha prodotto un numero crescente di arresti, con un picco di quasi 800mila nel 2005.
Riclassificare la cannabis non significherebbe legalizzarla, ma probabilmente ridurrebbe le procedure giudiziarie a livello federale.
“Nessuno dovrebbe finire in prigione per l’uso o il possesso di cannabis”, ha affermato il presidente Joe Biden in un videomessaggio.
Il cambiamento di categoria permetterebbe inoltre alle aziende che coltivano e commercializzano la cannabis di aumentare il loro giro d’affari.