L’Ecuador ha ripristinato lo stato d’emergenza in sette delle ventiquattro province del paese, dove nelle ultime settimane si sono intensificate le violenze, ha annunciato il 22 maggio il governo, che aveva già proclamato lo stato d’emergenza in tutto il paese a gennaio.
La misura, che permette di schierare l’esercito nelle strade, è stata proclamata per sessanta giorni nelle province costiere di Guayas, El Oro, Santa Elena, Manabí e Los Ríos, e in quelle amazzoniche di Sucumbíos e Orellana, oltre che nel cantone di Camilo Ponce Enríquez, nella provincia andina di Azuay.
Secondo il decreto, in queste province c’è stato “un aumento delle violenze legate alle attività dei gruppi criminali”.
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A gennaio l’evasione di Adolfo Macías, noto come “Fito”, leader del principale gruppo criminale del paese, aveva causato una serie di rivolte nelle carceri e violenze in tutto il paese.
Impegnato nella lotta contro i narcotrafficanti, il presidente ecuadoriano Daniel Noboa aveva proclamato lo stato d’emergenza per novanta giorni a causa di un “conflitto armato interno”.
L’esercito aveva ricevuto l’ordine di smantellare una ventina di bande criminali legate alla mafia albanese e ai cartelli messicani e colombiani.
“In questi mesi abbiamo riportato la pace nel paese”, ha affermato Noboa in un videomessaggio diffuso dalla presidenza. “Ma ora è necessaria una fase due, perché le bande criminali si stanno riorganizzando in sette province”.
Nelle ultime settimane decine di persone sono rimaste uccise nelle violenze.
Negli ultimi anni l’Ecuador è diventato un importante centro logistico per le spedizioni di cocaina verso gli Stati Uniti e l’Europa. Tra il 2018 e il 2023 gli omicidi sono aumentati di quasi l’800 per cento, passando da sei a quarantasei ogni centomila abitanti.
Nelle prigioni sono frequenti gli scontri tra bande rivali. Dal febbraio 2021 quasi cinquecento detenuti sono morti negli scontri.
Noboa è stato eletto nell’ottobre 2023 dopo aver promesso in campagna elettorale di riportare la sicurezza nel paese e riprendere il controllo delle carceri.