Una manifestazione contro la legge sugli agenti stranieri. (Giorgi Arjevanidze, Afp)

Il 28 maggio il parlamento georgiano ha approvato nuovamente un controverso progetto di legge sugli “agenti stranieri”, aggirando il veto posto dalla presidente filoeuropea Salomé Zourabichvili e ignorando gli avvertimenti dell’Unione europea e degli Stati Uniti.

Subito dopo l’approvazione migliaia di persone sono scese in piazza a Tbilisi per denunciare un testo che avvicina il paese caucasico alla Russia e lo allontana dall’Unione europea.

Il parlamento, dominato dal partito di governo Sogno georgiano, ha approvato la legge con 84 voti a favore e quattro contrari. Il testo era già stato approvato in via definitiva il 14 maggio, ma Zourabichvili aveva messo il veto.

La maggior parte dei deputati d’opposizione ha lasciato l’aula prima della votazione.

Il capo della diplomazia europea Josep Borrell ha reagito denunciando l’approvazione del testo, che costituisce un serio ostacolo all’adesione della Georgia all’Unione europea. “Esamineremo tutte le opzioni”, ha avvertito.

Anche Washington ha contestato “una votazione che ignora le aspirazioni euroatlantiche del popolo georgiano”.

Dall’inizio di aprile centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza a Tbilisi per contestare il testo, che l’opposizione considera illiberale e chiaramente ispirato alla legislazione russa che il Cremlino usa da anni per reprimere il dissenso.

Elezioni legislative a ottobre

In base alla legge, le organizzazioni che ricevono più del 20 per cento dei finanziamenti dall’estero saranno obbligate a registrarsi come “organizzazioni che perseguono gli interessi di una potenza straniera” per evitare forti multe.

Il governo, guidato dal primo ministro Irakli Kobakhidze, sostiene che la legge aumenterà la “trasparenza”, ma i critici temono che possa essere usata per reprimere le ong e i mezzi d’informazione indipendenti.

Dopo l’approvazione della legge Zourabichvili si è rivolta ai manifestanti. “In questo momento siamo tutti molto arrabbiati, ma dobbiamo metterci al lavoro e prepararci per un vero e proprio referendum”, ha affermato, riferendosi alle elezioni legislative di ottobre. “Quello sarà il momento di decidere se vogliamo un futuro europeo o essere schiavi della Russia”.

La Georgia ha ottenuto lo status di paese candidato all’Unione europea nel dicembre 2023.