Il nuovo primo ministro haitiano Garry Conille, Port-au-Prince, 3 giugno 2024. (Clarens Siffroy, Afp)

Il 3 giugno Garry Conille, un medico di 58 anni, si è insediato come primo ministro di Haiti, un paese in piena crisi politica, di sicurezza e umanitaria.

Conille, già premier per sei mesi tra il 2011 e il 2012, era stato nominato la settimana scorsa dal consiglio presidenziale di transizione, istituito in seguito alle dimissioni, a marzo, del primo ministro Ariel Henry a causa dell’aumento delle violenze delle bande criminali.

“È arrivato il momento di metterci al lavoro, non vi deluderemo”, ha affermato Conille nel corso di una cerimonia nella capitale Port-au-Prince.

“Ora che si è insediato, Conille potrà formare il governo in accordo e consultazione con il consiglio presidenziale di transizione”, ha dichiarato Edgard Leblanc Fils, presidente di quest’organismo.

“Contiamo su di lui per attuare le politiche concordate, cioè riportare la sicurezza, rafforzare l’economia, riformare le istituzioni e organizzare elezioni credibili, democratiche e libere entro la fine del 2025”, ha aggiunto.

Il consiglio presidenziale di transizione, istituito ad aprile, ha impiegato più tempo del previsto a nominare un primo ministro a causa delle divergenze al suo interno.

Alla fine di febbraio le bande criminali avevano lanciato una serie di attacchi coordinati contro siti strategici di Port-au-Prince, sostenendo di voler costringere Henry alle dimissioni.

L’80 per cento della capitale è attualmente controllato dalle bande criminali, accusate di omicidi, stupri, saccheggi e rapimenti a scopo di riscatto.

L’arrivo di una missione internazionale sostenuta dalle Nazioni Unite e guidata dal Kenya è ancora avvolto nell’incertezza.

Nel frattempo, la popolazione sta affrontando una grave crisi umanitaria, con carenze di cibo, farmaci e altri beni di prima necessità.

Il 3 giugno il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (Pam) ha però segnalato “progressi significativi” nella consegna degli aiuti umanitari grazie alla riapertura dell’aeroporto internazionale di Port-au-Prince e al ripristino dell’accesso a una baraccopoli della capitale.