Il candidato repubblicano Donald Trump ha annunciato il 12 settembre sul suo social network Truth Social che non affronterà la sua rivale democratica Kamala Harris in un secondo dibattito in tv.
“Non ci sarà un terzo dibattito”, ha affermato Trump, 78 anni, riferendosi a quello con Joe Biden a giugno oltre a quello con Harris il 10 settembre.
Harris, 59 anni, era invece favorevole a un nuovo confronto con Trump. Durante un comizio in North Carolina ha dichiarato che “gli elettori meritano un secondo dibattito”.
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Secondo la stragrande maggioranza dei commentatori, oltre ai sondaggi degli spettatori, è stata Harris a vincere il dibattito del 10 settembre, mettendo più volte in difficoltà Trump.
Questo non ha impedito al candidato repubblicano di affermare che, al contrario, è stato lui a vincere il dibattito. Ha anche accusato i due giornalisti dell’emittente Abc di non essere imparziali.
Harris sta cercando di trarre vantaggio da questo successo: il 12 settembre, durante il comizio in North Carolina, ha dichiarato che “l’America è pronta per un nuovo cammino” e “per una nuova generazione di leader”.
Nel corso di un comizio tenuto lo stesso giorno in Arizona, uno stato che confina con il Messico, Trump ha ripetuto ancora una volta l’affermazione falsa e razzista secondo cui i migranti haitiani mangiano “cani e gatti” a Springfield, una cittadina dell’Ohio.
“Quello che è successo è orribile”, ha dichiarato, aggiungendo che i migranti “violentano le ragazze americane”.
In caso di vittoria, il candidato repubblicano ha promesso di combattere l’immigrazione illegale procedendo a espulsioni di massa.
La portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre ha reagito affermando che “queste spaventose teorie cospiratorie mettono in pericolo vite umane”.
Come nelle due precedenti elezioni presidenziali, anche quelle del 2024 potrebbero decidersi per poche migliaia di voti in sei o sette stati chiave.
In un paese profondamente diviso, si temono violenze nel processo elettorale, dato che Trump ha rifiutato d’impegnarsi ad accettare un’eventuale sconfitta.
Il 12 settembre le autorità federali hanno annunciato che la certificazione del risultato delle presidenziali da parte del congresso, prevista il 6 gennaio 2025, si svolgerà con il più alto livello di sicurezza.