Il 18 settembre l’assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che chiede la fine dell’occupazione israeliana dei Territori palestinesi entro dodici mesi, oltre a sanzioni contro Israele.
La risoluzione si basa su una pronuncia della Corte internazionale di giustizia (Cig), che a luglio ha stabilito che “la presenza continuativa d’Israele nei Territori palestinesi è illegale, quindi lo stato israeliano deve mettere fine all’occupazione il più presto possibile”.
Il testo, approvato con 124 voti a favore, 14 contrari (tra cui Israele, Stati Uniti, Ungheria e Argentina) e 43 astensioni, chiede a Israele di “mettere fine alla sua presenza illegale nei Territori palestinesi entro dodici mesi”.
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Cosa succede in Medio Oriente. A cura di Francesca Gnetti. Ogni mercoledì.
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“È un giorno storico”, ha affermato la missione palestinese alle Nazioni Unite. Hamas ha invece parlato di “grande vittoria”.
Malgrado le risoluzioni dell’assemblea generale non siano vincolanti, Israele ha reagito con forza, denunciando una “decisione vergognosa”.
“Il teatrino politico che porta il nome di assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che è fuori dalla realtà, incoraggia il terrorismo e danneggia le prospettive di pace”, ha affermato sul social network X Oren Marmorstein, portavoce del ministero degli esteri israeliano.
La risoluzione chiede anche agli stati membri di vietare le importazioni di beni prodotti negli insediamenti israeliani in Cisgiordania e di sospendere le forrniture di armi a Israele “quando c’è il ragionevole dubbio che possano essere usate nei Territori palestinesi”.
Il capo della diplomazia europea Josep Borrell ha definito la risoluzione “molto significativa”, riaffermando il diritto dei palestinesi all’autodeterminazione.
“Israele deve ascoltare la richiesta proveniente dalla stragrande maggioranza degli stati membri delle Nazioni Unite”, ha dichiarato Louis Charbonneau dell’ong Human rights watch.
In un discorso tenuto all’assemblea generale il 17 settembre, l’ambasciatore palestinese Riyad Mansur aveva invitato gli stati membri a “stare dalla parte giusta della storia”.
“Quanti altri palestinesi devono essere uccisi prima che qualcuno intervenga per mettere fine alle azioni disumane d’Israele?”, aveva aggiunto.
Mentre il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite è spesso paralizzato dal veto statunitense a sostegno dell’alleato israeliano, negli ultimi anni l’assemblea generale si è più volte espressa a favore del diritto dei palestinesi all’autodeterminazione.