L’ex ministro della sicurezza pubblica messicano Genaro García Luna, responsabile tra il 2006 e il 2012 della cosiddetta “guerra alla droga”, è stato condannato il 16 ottobre da un tribunale federale di New York, negli Stati Uniti, a più di 38 anni di prigione per traffico di droga e corruzione, in complicità con il cartello di Sinaloa.

García Luna, 56 anni, è stato condannato a “460 mesi di prigione e a una multa di due milioni di dollari” per aver fornito sostegno per circa un decennio al cartello della droga messicano in cambio di milioni di dollari in tangenti”, ha affermato la procura federale di Brooklyn.

È il più alto funzionario messicano a essere processato dalla giustizia statunitense, in lotta con i cartelli dell’America Latina che riforniscono di droga il mercato nordamericano. I due fondatori del cartello di Sinaloa sono attualmente in prigione negli Stati Uniti.

“García Luna ha tradito la fiducia del popolo messicano, che si era impegnato a proteggere”, ha dichiarato il procuratore federale Breon Peace. “Con il suo contributo più di un milione di chili di droga sono arrivati nel nostro paese, per non parlare degli episodi di violenza in entrambi i paesi”.

Anne Milgram, a capo della Drug enforcement agency (Dea), l’agenzia antidroga statunitense, ha affermato che “la sentenza invia un chiaro messaggio ai politici corrotti di tutto il mondo che sfruttano la loro posizione per aiutare i cartelli in cambio di denaro”.

L’ex presidente messicano Felipe Calderón (2006-2012), responsabile della nomina di García Luna, ha affermato sul social network X di non aver “mai avuto alcuna prova del suo coinvolgimento in attività illegali”.

Prima di diventare ministro, dal 2001 al 2005 García Luna era stato il capo dell’agenzia federale messicana responsabile della lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata.

Ismael Zambada García, conosciuto come “El Mayo”, cofondatore del cartello di Sinaloa, arrestato a luglio in Texas, si è dichiarato “non colpevole” a settembre davanti a un tribunale di New York.

L’altro cofondatore del cartello, Joaquín Guzmán Loera, conosciuto come “El Chapo”, sta attualmente scontando una condanna all’ergastolo negli Stati Uniti.

La condanna di García Luna arriva in un momento in cui nello stato messicano di Sinaloa è in corso un’ondata di violenza, attribuita a un conflitto tra sostenitori di Guzmán e di Zambada.

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