Il leader religioso turco Fethullah Gülen, accusato dalle autorità turche di avere organizzato un colpo di stato nel 2016, è morto in esilio negli Stati Uniti all’età di 83 anni, secondo quanto riportato dal suo sito web personale.
La televisione pubblica turca ha dichiarato che il predicatore, che viveva in Pennsylvania dal 1999 ed era stato privato della cittadinanza turca nel 2017, è morto in ospedale. Il sito web di Gülen, Herkul, bloccato in Turchia, ha dichiarato che l’imam è morto il 20 ottobre.
Gülen è stato in passato un alleato del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan. Ma dopo essere scappato dal paese, il governo di Erdoğan lo ha accusato di guidare un gruppo “terroristico” e di avere organizzato un colpo di stato nel 2016. Gülen ha sempre respinto le accuse.
Hizmet (il gruppo di Gülen), che in turco significa “servizio”, gestisce una rete di scuole islamiche in tutto il mondo ed è diventato un gruppo influente nel mondo musulmano, ma poco trasparente.
Gülen si era alleato con Erdoğan per aiutarlo a vincere le elezioni negli anni duemila, ma è diventato un nemico giurato del presidente turco intorno al 2010, quando tra i due leader sono cominciati i dissapori.
Erdoğan ha messo fuori legge Gülen e i suoi seguaci dopo che nel 2013 hanno accusato di corruzione il Partito della giustizia e dello sviluppo, di cui fa parte il presidente.
Il fallito colpo di stato contro Erdoğan nel 2016 ha aggravato le divisioni.
Il presidente ha accusato Gülen di avere organizzato il colpo di stato, tremila seguaci di Gülen sono stati condannati all’ergastolo e sono state avviate azioni legali contro 700mila persone.
Circa 125mila funzionari del governo, tra cui 24mila soldati e migliaia di magistrati, sono stati licenziati. La notizia della morte di Gülen è stata ampiamente riportata dai mezzi d’informazione turchi, ma il governo non ha rilasciato alcun commento.