Almeno venticinque persone sono morte nelle alluvioni causate dalle forti piogge che hanno colpito il sud della Thailandia, secondo un nuovo bilancio fornito il 3 dicembre dall’agenzia nazionale per la gestione dei disastri naturali.
La provincia di Songkhla, con nove vittime, è la più colpita.
Nelle province di Pattani, Narathiwat, Songkhla e Yala più di ventiduemila persone sono state costrette a lasciare le loro case, ha affermato il 2 dicembre il governo, che ha stanziato dei fondi per le comunità colpite.
Le immagini trasmesse dai mezzi d’informazione locali mostrano gravi allagamenti nelle città, nei villaggi e nelle piantagioni di alberi della gomma, una delle principali coltivazioni del sud del paese.
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Le alluvioni hanno colpito anche la vicina Malaysia, dove il 3 dicembre le autorità hanno fornito un bilancio di cinque morti, mentre più di 94mila persone sono state costrette a lasciare le loro case.
Lo stato che ha subìto le conseguenze peggiori è il Kelantan, al confine con la Thailandia.
Il tifone Yagi
I paesi del sudest asiatico sono regolarmente colpiti da forti piogge monsoniche. Secondo gli scienziati però il riscaldamento globale sta aumentando l’intensità e la frequenza delle precipitazioni.
A settembre più di ottocento persone hanno perso la vita in Thailandia, Vietnam, Birmania e Laos durante il passaggio del tifone Yagi.
Di recente la premier tailandese Paetongtarn Shinawatra ha visitato la provincia settentrionale di Chiang Rai, una delle più colpite dal tifone, per supervisionare le operazioni di ricostruzione.