È ormai certo che il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato e il primo a superare la soglia degli 1,5 gradi in più rispetto all’era preindustriale, fissata dall’accordo di Parigi, ha affermato il 9 dicembre il Servizio europeo sul cambiamento climatico di Copernicus (C3s), dopo che il mese di novembre è stato il secondo più caldo di sempre.

“La temperatura media globale dovrebbe mantenersi a livelli record anche nei primi mesi del 2025”, ha dichiarato all’Afp Julien Nicolas, del C3S, sottolineando che il ritorno del fenomeno climatico della Niña, responsabile di un raffreddamento generale, è ancora incerto.

Il mese scorso, segnato da una serie di tifoni devastanti in Asia e dal protrarsi di croniche siccità in Africa meridionale e in Amazzonia, ha superato di 1,62 gradi la media di novembre dell’era preindustriale (1850-1900), prima che l’uso massiccio dei combustibili fossili (carbone, petrolio e gas) modificasse il clima del pianeta.

È stato anche il sedicesimo degli ultimi diciassette mesi a superare la soglia degli 1,5 gradi.

La soglia corrisponde all’obiettivo più ambizioso dell’accordo di Parigi del 2015, che punta a mantenere il riscaldamento globale ben al di sotto dei due gradi, in modo da evitare le conseguenze più gravi per il pianeta.

Secondo le ultime stime delle Nazioni Unite, il mondo non è sulla buona strada per ridurre le emissioni di gas serra, reponsabili del riscaldamento globale, ed evitare così un drastico aumento dell’intensità e della frequenza degli eventi estremi.

Secondo un recente rapporto del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep), i piani di riduzione delle emissioni di gas serra attualmente previsti dai governi comporterebbero un riscaldamento catastrofico compreso tra 2,6 e 3,1 gradi entro la fine del secolo.

I governi sono chiamati a presentare alle Nazioni Unite entro febbraio i loro obiettivi climatici fino al 2035, noti come Contributi determinati a livello nazionale (Ndc).

Secondo le stime di Swiss Re, uno dei principali fornitori mondiali di assicurazione e riassicurazione, dall’inizio dell’anno i disastri naturali, alimentati dal riscaldamento globale, hanno causato perdite economiche per 310 miliardi di dollari nel mondo.