Secondo l’agenzia di stampa statale iraniana Irna, le autorità di Teheran hanno confermato ufficialmente l’arresto di Cecilia Sala, reclusa nella prigione di Evin per aver “violato le leggi della repubblica islamica dell’Iran”.
La giornalista del Foglio e della piattaforma Chora Media “ha ottenuto l’accesso consolare ed è in contatto con la sua famiglia”, continua il comunicato, specificando che “l’arresto è stato eseguito secondo la normativa vigente. Nel frattempo, è stata informata l’ambasciata italiana a Teheran. Saranno forniti ulteriori dettagli se la magistratura lo riterrà necessario”.
Sala è stata arrestata il 19 dicembre dai servizi di sicurezza iraniani. Secondo quanto scritto da Chora Media su Instagram, la giornalista “era partita il 12 dicembre da Roma con un regolare visto giornalistico e tutte le tutele di una professionista in trasferta” ed era andata in Iran per realizzare una serie di interviste per il suo podcast, Stories.
L’arresto è avvenuto pochi giorni dopo quello di due cittadini iraniani, sospettati di aver violato l’embargo statunitense contro il governo di Teheran esportando nel paese tecnologia militare sensibile: uno dei due uomini, Mohammad Abedini, è stato arrestato a dicembre in Italia su richiesta delle autorità statunitensi, ed è attualmente recluso nel penitenziario di Opera, a Milano.
Secondo il dipartimento di giustizia degli Stati Uniti i componenti inviati dai due uomini sarebbero stati utilizzati lo scorso gennaio per un attacco con i droni in Giordania, che ha provocato la morte di tre militari statunitensi. L’Iran ha negato qualsiasi coinvolgimento e ha denunciato le accuse come “prive di fondamento”.