Hamas ha annunciato che il 27 febbraio restituirà i corpi di quattro ostaggi israeliani in cambio di più di seicento prigionieri palestinesi, nell’ultimo scambio della prima fase della tregua, che si concluderà il 1 marzo.
L’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha confermato che è stato raggiunto un accordo con i paesi mediatori per la restituzione dei corpi di quattro ostaggi, ma non ha fornito ulteriori dettagli.
La fragile tregua è stata più volte messa in discussione, con accuse reciproche di violazioni, mentre i negoziati per la seconda fase sono ancora in stallo.
Tuttavia, la sera del 25 febbraio l’inviato statunitense per il Medio Oriente Steve Witkoff si è detto ottimista, affermando che Israele avrebbe inviato una delegazione di negoziatori a Doha o al Cairo, una notizia che il governo israeliano non ha confermato.
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Cosa succede in Medio Oriente. A cura di Francesca Gnetti. Ogni mercoledì.
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Il 26 febbraio due funzionari di Hamas hanno dichiarato all’Afp che il gruppo restituirà i corpi di quattro ostaggi israeliani in cambio di 620 prigionieri palestinesi, il cui rilascio era stato bloccato da Israele il 22 febbraio.
Il governo israeliano aveva motivato la decisione con le “cerimonie umilianti” a cui gli ostaggi sono sottoposti prima del rilascio.
Hamas aveva reagito accusando Israele di mettere a rischio la tregua e chiedendo ai paesi mediatori – Stati Uniti, Qatar ed Egitto – d’intervenire.
Il 23 febbraio il governo israeliano aveva poi fatto sapere di essere pronto a riprendere “in qualsiasi momento” i combattimenti nella Striscia di Gaza, mentre l’esercito aveva confermato di aver “innalzato il livello d’allerta operativa” intorno al territorio palestinese.
Dall’inizio della tregua venticinque ostaggi israeliani sono stati liberati, e quattro corpi di ostaggi sono stati restituiti, in cambio di più di 1.100 prigionieri palestinesi.
La seconda fase della tregua dovrebbe mettere fine definitivamente alla guerra, ma l’estrema destra israeliana, alleata di Netanyahu, continua a opporsi, minacciando di far cadere il governo.
Hamas si è invece detto disponibile a liberare tutti gli ostaggi rimasti “in una volta sola”, durante la seconda fase.