Un nuovo incontro tra le delegazioni di Ucraina e Stati Uniti si è concluso il 25 marzo in Arabia Saudita, all’indomani dei colloqui tra Washington e Mosca, che non hanno portato all’annuncio di una tregua, come avrebbe voluto il presidente statunitense Donald Trump.

Secondo Kiev, il presidente russo Vladimir Putin sta prendendo tempo per sfruttare la situazione favorevole al fronte, nella speranza di respingere completamente le truppe ucraine dalla regione russa di Kursk.

Il 25 marzo Mosca ha chiesto di coinvolgere le Nazioni Unite e altri paesi nei negoziati. Secondo l’agenzia statale Ria Novosti, la delegazione russa ha lasciato l’Arabia Saudita.

Il Cremlino ha fatto sapere che sono in corso valutazioni sui colloqui del 24 marzo con Washington.

Riguardo all’incontro del 25 marzo tra Kiev e Washington, una fonte ucraina si è limitata ad affermare che “un resoconto sarà fornito in giornata”.

Finora i colloqui separati di Washington con Mosca e Kiev in Arabia Saudita non hanno portato a una tregua, seppur parziale, e neanche a un’intesa per una moratoria su alcuni attacchi aerei.

La sera del 24 marzo le agenzie di stampa russe avevano annunciato per il giorno dopo un comunicato congiunto di Washington e Mosca sull’esito dei colloqui, che sono durati dodici ore, ma il 25 marzo il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha chiarito che il contenuto delle discussioni “non sarà reso pubblico”.

Peskov ha aggiunto che non è stata fissata alcuna data per la ripresa dei colloqui.

“Le discussioni sono state intense e difficili, ma molto utili sia per noi sia per gli statunitensi”, ha dichiarato il 25 marzo all’agenzia Tass uno dei negoziatori russi, il senatore Grigorij Karasin.

Il presidente statunitense Donald Trump aveva proposta una tregua incondizionata di trenta giorni, accettata da Kiev ma non da Mosca, che si è detta disponibile solo a sospendere gli attacchi alle infratrutture energetiche dell’Ucraina.

Intanto, il 24 marzo un attacco russo ha causato 101 feriti, tra cui 23 bambini, a Sumy, nel nordest dell’Ucraina.