Il 26 marzo il presidente statunitense Donald Trump ha intensificato la sua offensiva commerciale, annunciando dazi doganali del 25 per cento sulle importazioni di automobili, che si aggiungono a quelli sull’acciaio e sull’alluminio.
“I dazi si applicheranno a tutte le automobili che non sono prodotte negli Stati Uniti”, ha dichiarato, precisando che “entreranno in vigore il 2 aprile”.
“Faremo pagare i paesi che fanno affari nel nostro paese e si prendono la nostra ricchezza”, ha aggiunto.
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“È il colpo di grazia al libero scambio”, ha reagito la federazione dei costruttori automobilistici tedeschi.
Il primo ministro canadese Mark Carney ha denunciato un “attacco diretto ai lavoratori canadesi”. “Ma difenderemo i nostri lavoratori, la nostra industria e il nostro paese”, ha affermato.
Se i dazi sulle importazioni di prodotti dal Canada e dal Messico, attualmente sospesi, dovessero essere applicati, le auto provenienti dai due paesi potrebbero essere tassate al 50 per cento.
In Giappone, dove le automobili rappresentano quasi un terzo delle esportazioni verso gli Stati Uniti, il primo ministro Shigeru Ishiba ha avvertito che adotterà misure di ritorsione.
Il 27 marzo le azioni delle principali case automobilistiche giapponesi e sudcoreane, tra cui Toyota e Hyundai, hanno registrato perdite notevoli in borsa.
Peter Navarro, consigliere di Trump per il commercio, ha accusato la Germania e il Giappone di voler “indebolire” l’industria automobilistica statunitense “riservandosi la produzione di componenti dal valore aggiunto”.
Secondo Navarro, solo il 19 per cento dei motori delle auto vendute negli Stati Uniti è prodotto nel paese.
Neanche le case automobilistiche statunitensi saranno risparmiate dai dazi perché hanno fabbriche all’estero che riforniscono il mercato interno, principalmente in Canada e Messico.
“È fondamentale che i dazi non facciano aumentare i prezzi per i consumatori”, hanno avvertito il 27 marzo Ford, Gm e Stellantis tramite un comunicato dell’associazione dei costruttori statunitensi Aapc.
Elon Musk ha dichiarato la sera del 26 marzo che i dazi avranno un effetto “non trascurabile” sui costi di produzione delle automobili Tesla, a causa dei componenti importati.
Il 26 marzo Trump ha anche minacciato di aumentare la pressione commerciale sull’Unione europea e il Canada.
“Se l’Unione europea e il Canada collaboreranno per danneggiare economicamente gli Stati Uniti, imporremo a entrambi dazi molto più pesanti di quelli attualmente previsti”, ha affermato sul suo social network Truth Social.