La fotografa Dragana Jurišicć è nata a Slavonski Brod, in Croazia (un tempo ex Jugloslavia), da madre serba e padre croato. Negli ultimi anni ha cominciato a riflettere sul significato che ha avuto per lei la dissoluzione della Jugoslavia, sull’attaccamento alle sue origini e sul senso di appartenenza. “A più di vent’anni dalla fine della guerra, c’è una negazione totale dell’identità jugoslava”, scrive Jurišicć nell’introduzione al suo libro YU: The lost identity.
Il libro era nato inizialmente per tornare ai luoghi della sua infanzia. Un modo per cercare di ritrovare il suo paese attraverso l’esperienza creativa della fotografia. Man mano che andava avanti, però, si sentiva lontana da quel luogo, perfino più estranea che a Dublino, la città in cui ha scelto di vivere. E così il progetto è diventato un modo per raccontare l’esperienza di chi vive lontano dalle proprie radici.
Il lavoro di Jurišicć sarà esposto al festival Getxophoto, che si svolgerà dal 5 al 30 settembre nella cittadina basca, nel nord della Spagna. Promossa dal collettivo Begihandi, la rassegna triennale quest’anno è curata dalla photo editor Monica Allende. I progetti fotografici scelti riflettono sulle conseguenze di un conflitto, non solo militare, e sulle possibilità di ricostruzione.
Molte mostre sono allestite all’aperto e in spazi pubblici tra cui parchi, mercati o edifici abbandonati.
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