Dmitry Markov è nato a Puškin, vicino a San Pietroburgo, nel 1982. La sua vita è stata segnata da vicende difficili e tormentate, come il rapporto con il padre alcolista e la dipendenza da oppioidi. Tutto questo lo ha portato a fare l’assistente sociale, poi il giornalista e il fotografo, e infine a raccontare la vita quotidiana della provincia russa.

Scatta le sue prime foto negli orfanotrofi, fino a quando non si stabilisce a Pskov, una piccola città al confine con l’Estonia, dove continua a lavorare con bambini e giovani emarginati. Dopo che gli rubano la macchina fotografica, comincia a scattare con l’iPhone e a usare Instagram, dove oggi ha circa 425mila follower.

Markov rifiuta l’etichetta di fotografo sociale perché “si tratta dei miei incontri, delle mie esperienze personali e degli istanti che ho vissuto con quelle persone. Ogni nuova immagine è un altro capitolo della mia storia. E quando mi chiedono perché mi attirano gli aspetti più sgradevoli o negativi della vita, rispondo: ‘Perché ne faccio parte’”.

Nel 2015 Markov ha ricevuto il Getty Images Instagram grant, dedicato alla fotografia documentaristica. Nel 2018 ha pubblicato il libro #Draft #Russia, per la casa editrice Treemedia. Fino al 30 novembre le sue foto sono esposte, per la prima volta in Italia, dalla galleria VisionQuestT 4rosso di Genova.

Il suo lavoro è stato pubblicato anche sul numero 1308 di Internazionale, accompagnato da un testo di Christian Caujolle.

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