Un casco da astronauta realizzato artigianalmente, un razzo giocattolo, una radio satellitare fatta con un barattolo di metallo. Accanto a questi oggetti scorrono i ritratti di una bambina. Illuminata da una luce viola, avvolta da un’enorme pelliccia o sospesa nel vuoto. Guardando le foto sembra di essere entrati nella sua testa, nella sua ricca immaginazione. Ma il suo sguardo a volte trasmette confusione, altre solitudine.

Le scene, costruite con attenzione ai piccoli dettagli e all’uso della luce, sono il risultato della collaborazione tra il fotografo Mirko Viglino e sua figlia Anita, che oggi ha quasi nove anni. Viglino si è separato dalla moglie quando Anita aveva quattro mesi. Il giudice decise che lui avrebbe potuto passare con la figlia tre ore al giorno, due volte alla settimana, e una sera ogni due settimane. In questa condizione Viglino sentiva di non riuscire a passare mai abbastanza tempo con la bambina e che questo rapporto sarebbe stato più difficile a distanza.

“Negli ultimi anni ho percorso quasi quattrocentomila chilometri per poter passare del tempo con Anita. Avremmo potuto raggiungere la Luna”, dice Viglino. È a partire da questa suggestione che il fotografo ha immaginato questo viaggio nello spazio come una metafora, per raccontare la sua storia di padre separato e il cammino non sempre facile per costruire una relazione con la figlia.

Con lei ha passato ore a guardare il cielo notturno, a studiare il sistema solare e ad assemblare razzi e modelli di satelliti. Alcune immagini sono nate durante il lockdown, quando per ingannare il tempo inventavano giochi, si travestivano e rovistavano in cantina tra vecchi abiti e oggetti dimenticati. “È stato un viaggio verso l’ignoto, alla ricerca di un luogo sicuro in cui potessimo entrare in contatto l’uno con l’altra”.

La serie, intitolata Map to the star, è appena diventata un libro (Il randagio edizioni, 2023). Viglino ha realizzato anche un’edizione limitata di cento copie, in cui il libro è inserito in una busta di alluminio, come quelle che contengono il cibo per gli astronauti, con all’interno una foto e un poster. Nel 2022 alcuni collezionisti hanno comprato varie foto del progetto come Nft (non-fungible token), ovvero come immagini che esistono solo in formato digitale.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it