L’elettricità è una delle grandi invenzioni nella storia dell’umanità e ha rivoluzionato la nostra vita sociale e l’economia globale. Una delle sue applicazioni è stata la luce artificiale, che ha significato maggiore sicurezza nelle strade o la possibilità di continuare molte delle nostre attività anche dopo il tramonto e in luoghi dove la luce del sole non arriva a sufficienza. Però nella lunga strada di questa evoluzione, dal brevetto per la prima lampadina di Joseph Wilson Swan nel 1878 agli skyline di megalopoli come Hong Kong, abbiamo perso qualcosa: le stelle.
L’eccessivo uso di illuminazione esterna ha un impatto sull’ambiente su cui non ci si sofferma abbastanza. Il cielo notturno che vediamo in una città densamente popolata, anche in Italia, è una pallida versione di com’è veramente. Nel 2016 è stato reso pubblico e disponibile online un atlante (World atlas of night sky brightness) che ha reso evidente quali e quante porzioni del globo terrestre restino illuminate quando è notte. Se la perdita di capacità di vedere le stelle e altri oggetti celesti potrebbe sembrare un problema solo per romantici e astronomi, in realtà è solo l’inizio di una serie di effetti negativi a catena.
La luce blu emessa dall’illuminazione pubblica, usata nelle strade e sugli edifici, danneggia l’intero ecosistema, con un impatto considerevole sulla vita animale. Gli uccelli e altre specie che si muovono sulla base di flussi migratori sono confusi perché non vedono più la luce della Luna, finendo per perdersi e morire. Anche gli insetti, che rappresentano una fonte di cibo per molti animali, sono attirati dalle luci elettriche e se le toccano muoiono all’istante. Ma le conseguenze ci sono anche per gli umani. Il nostro ritmo circadiano, l’orologio biologico che regola funzioni fisiologiche come il sonno, la veglia, la circolazione e la produzione di ormoni (la melatonina, per esempio), viene alterato dalla diminuzione delle ore di buio. Ormai l’esposizione eccessiva alle luci artificiali è considerata da medici e scienziati come un fattore di rischio nello sviluppo di malattie come la depressione, il cancro e il diabete.
Nel libro Protege noctem, pubblicato da Witty Books, il fotografo Mattia Balsamini e il giornalista Raffaele Panizza raccontano quanto l’inquinamento luminoso sia un capitolo essenziale nella battaglia per la tutela dell’ambiente. Con testi e foto mostrano i cittadini e gli scienziati che lavorano per difendere la notte e le sue creature.
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