In Cina i wet market hanno riaperto ma non ci va nessuno
Dopo lo scoppio dell’epidemia di covid-19, la Cina ha chiuso temporaneamente i mercati dove si vendono animali vivi, i cosiddetti wet market, e ha vietato il consumo e la vendita di carne di animali selvatici. Una delle teorie più accreditate sull’origine della pandemia è che il virus Sars-cov-2 sia passato dagli animali agli esseri umani in uno di questi mercati, dove spesso si macellano animali selvatici come pipistrelli e pangolini.
Oggi, scrive Vox, la Cina sta allentando le misure adottate contro il virus e l’8 aprile ha riaperto anche questi mercati (resta comunque in vigore il divieto di vendere la carne di animali selvatici). Nel resto del mondo, però, si moltiplicano le voci di chi chiede la loro chiusura permanente, dall’immunologo statunitense Anthony Fauci alla responsabile della biodiversità delle Nazioni Unite Elizabeth Maruma Mrema, secondo la quale bisognerebbe vietarli in tutto il mondo (i wet market sono diffusi anche in altri continenti, tra cui Africa e America Latina). In un sondaggio commissionato dal Wwf su cinquemila persone a Hong Kong, in Giappone, Birmania, Thailandia e Vietnam, il 93 per cento degli intervistati si è detto contro la vendita illegale e non regolamentata nei mercati di animali selvatici e l’84 per cento ha risposto che è improbabile che andrà a farci la spesa in futuro.
“Ma la campagna per chiudere questi mercati è più complicata di quello che sembra”, osserva Vox, “perché la categoria dei wet market comprende anche quelli dove si vendono animali vivi ma comunemente usati per l’alimentazione umana, come i polli”, dove il rischio di contrarre zoonosi è molto più limitato. Altri fattori da prendere in considerazione nella decisione di chiudere questi mercati sono quelli socioeconomici (milioni di persone con un reddito medio-basso fanno solitamente la spesa in questi posti) e culturali (alcune parti di animali selvatici sono usate nella medicina tradizionale cinese).
In ogni caso, come mostra il video del South China Morning Post, nei primi giorni di apertura i mercati all’aperto di Wuhan erano praticamente deserti, perché molti clienti hanno ancora paura del contagio.
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it