La pandemia erode i risparmi di milioni di italiani
A quasi due mesi dall’inizio del lockdown in tutta Italia, le misure decise dal governo stanno mettendo a dura prova “la tenuta delle famiglie e delle persone che hanno pochi risparmi a cui attingere e si trovano, da un giorno all’altro, senza uno stipendio e protezione sociale adeguata”. È la constatazione del ricercatore Salvatore Morelli su Lavoce.info.
Morelli ha analizzato i risparmi delle famiglie italiane, sia in termini storici sia in rapporto ad altri paesi. Considerando il tasso di risparmio, nel 1995 l’Italia si collocava al primo posto fra i paesi dell’Ocse: “Il 16 per cento del reddito totale disponibile annuale non veniva consumato, ma risparmiato”. Lo studioso avverte che non è più così: “Già nel 2008 il tasso di risparmio era sceso all’8 per cento”. La crisi cominciata nel 2008 ha peggiorato la situazione: “Nel 2018 il tasso di risparmio era uno dei più bassi tra i paesi economicamente avanzati, pari al 2,5 per cento”. La media nell’eurozona è del 6 per cento.
La pandemia rischia di aggravare il quadro, costringendo molti a mettere mano ai propri risparmi. Il problema, secondo Morelli, è che tanti non ne hanno a sufficienza. In Italia i “dieci milioni di persone più povere possiedono in media circa 300 euro di risparmi. (…) Anche assumendo che le dichiarazioni nell’Indagine (della Banca d’Italia, ndr) sottostimino di circa tre volte i risparmi effettivi a disposizione, la cifra salirebbe a circa 900 euro pro capite”. Soldi che non basterebbero a coprire una spesa minima mensile di 760 euro, indicata dall’Istat come la soglia della povertà.
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it